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Crisi occupazionale, le riflessioni di Ivo Menna

riceviamo e pubblichiamo

Ivo Menna

L’anno nuovo 2013 per la nostra zona industriale (Piana Sant’Angelo – area industriale Val Sinello) si apre con premesse occupazionali peggiori del 2012. Non solo i dati forniti dall’Istat ci avvertono che la situazione sociale per milioni di italiani è devastante: povertà diffusa, disoccupazione dilagante, inflazione con aumento conseguente dei prezzi dei generi di necessità primaria, chiusura di aziende, sofferenza sociale estesa. Infatti, le notizie che ci giungono in questi giorni ci danno un elenco dolente e a volte drammatico: SIV PILKINGTON : 1800 dipendenti dovranno osservare uno stop per una settimana al mese dopo la sofferenza del contratto di solidarietà e cassa integrazione con Porto Marghera (stabilimento SIV in chiusura); DENSO il cui destino è fortemente legato alla Fiat – e la Fiat : Melfi 5500 dipendenti, Pomigliano 5000 dipendenti., Cassino 4.500, Mirafiori 5000 attraversa una grave crisi avendo deciso l’azienda che le produzioni auto si realizzano in Serbia, Polonia, Brasile, Usa; Golden Lady (400 persone tra queste molti vastesi) è praticamente chiusa e senza futuro; non sembra che domini ottimismo in relazione alla zona di Punta Penna dove sono in mobilità Sider Vasto e altre aziende. Ma soprattutto, uno dei cardini della economia vastese, l’edilizia, in preda alle convulsioni con i sequestri di vari complessi già realizzati dalle imprese da parte della magistratura che ancora supplisce alla assenza della politica che non progetta e non programma il futuro della città. Altro che crescita e sviluppo! Abbiamo sentito in questi giorni solo la voce di un dirigente SIV, Marcovecchio che si è appellato alle forze politiche e sociali, alla opinione pubblica, per affrontare analisi e iniziative per uscire da questa che si rivela come una premessa alla desertificazione delle aree industriali e alla fine della prospettiva occupazionale. Si sta distruggendo il Lavoro in Italia e nella nostra zona e tutti sembrano sottovalutare la situazione che prelude certo ad una perdita enorme della economia su cui hanno vissuto e prosperato le nostre zone, ma anche ad un rischio minaccioso per la politica. Le forze politiche di destra di centro e di sinistra a iniziare da quelle nazionali ( sono dediti ai giochetti della legge porcata creata da Lega e Berlusconi, ma che fa comodo a tutti i partiti non avendola mai voluta abrogare, anzi questi ultimi hanno introdotto recentemente un emendamento per cui anche con una percentuale bassissima tipo 1,9% si ritroveranno in parlamento gli amici degli amici, i parenti, figli e figliastri e altri incapaci 8vedi Casini, Fini, etc.). Mentre tutto questo accade, avevamo con ansia atteso dallo scorso maggio – giugno il sottosegretario Martone a Vasto per conoscere iniziative e proposte del famigerato governo Monti per il nostro territorio. Niente da fare, siamo diventati la cenerentola della Regione. Una passività delle forze politiche, soggiogate, come l’opinione pubblica, da un sistema mediatico che vergognosamente propone ogni sera l’inganno dei capipartito. Insomma redditi falcidiati, occupazione sempre più evanescente, diritti calpestai, salute minacciata, pensioni attaccate, istruzione tagliata, privatizzazioni e accresciuto debito pubblico pagato da chi è colpito dal totem dell’ austerità e rigore non sono argomenti che interessano al mondo politico e alle forze dell’imprenditoria locale, precisamente da Assovasto e Confindustria. Immaginare di investire in nuovi modelli industriali come le energie alternative, sul risanamento del territorio, su un piano regolatore nuovo che preveda interventi di riqualificazione di tutta la edilizia del tessuto cittadino a cominciare dalle periferie e del centro storico e immaginare di investire risorse sulla innovazione, formazione, studio e ricerca nemmeno a parlarne. Ecco la situazione in cui ci troviamo: governati da una classe politica e da forze sociali che non vedono il fallimento di cui sono artefici e soggetti principali. Uno dei fondamenti della umanità : il bene lavoro viene distrutto e l’art. 1 della Costituzione Italiana : La Repubblica italiana è fondata sul Lavoro viene silenziosamente soppresso.
Attendiamo che questo intervento venga ripreso (Il Lavoro!) da Maria Amato, Anna Suriani, Angelo Pollutri designati dalle primarie dei loro partiti, anche se non nutriamo allo stato molta fiducia.

Ivo Menna – La Nuova Terra

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