Banner Top
Banner Top

Chiazza in mare, iniziano gli interrogatori

immagine dimostrativa

Era il 22 gennaio quando una presunta chiazza di greggio veniva rilevata grazie alla sua fluorescenza dinanzi le coste abruzzesi-molisane. L’allarme è scattato subito nel tentativo di contenere gli eventuali danni ambientali dovuti ad una ipotizzata perdita di greggio nei pressi della nave galleggiante Alba Marina, nel campo petrolifero off-shore Rospo Mare 2 a 10 miglia dalle coste di Termoli.

La Edison, proprietaria dell’impianto ha smentito prontamente che quella chiazza fosse greggio sostenendo che si trattava di un ammasso di melma e materiale organico, tant’è che in poco ore non se ne rinvenne più traccia; nel contempo, però, era il WWF a diffondere continuamente fotografie scattate anche sul litorale di San Salvo che testimoniavano lo stato in cui versavano decine di gabbiani. La procura di Larino ha deciso, in questo stato di apparente confusione, di fare chiarezza sulla situazione aprendo un fascicolo di indagine che, proprio oggi, ha celebrato il suo primo atto.

Infatti, la Capitaneria di Termoli, sotto la guida del suo comandante Claudio Manganiello, ha dato luogo ai primi interrogatori che hanno visto protagonisti i lavoratori sulla piattaforma, in attesa di avere a disposizione gli esiti dei campionamenti di acqua di mare effettuati dall’Agenzia regionale per la Protezione ambientale della Regione Molise al largo del litorale, nei giorni successivi alla comparsa della misteriosa chiazza. A questo punto la speranza è che le indagini della Procura e della Capitaneria portino a chiarire quello che è successo quella sera.

Lu. Spa.

Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli

Related posts