Era stato il presidente Silvio Di Lorenzo, nei giorni scorsi proprio a Vasto, ad elencare tra gli obiettivi prioritari della Camera di Commercio di Chieti lo sviluppo dell’Aeroporto “Liberi” di Pescara, lo scalo aereo abruzzese che dovrebbe rappresentare un volano per l’economia ed un’opportunità forse mai troppo compresa. Un impegno, però, che alla luce degli ultimi eventi potrebbe essere vano. Infatti, la Saga, società che gestisce il “Liberi” le cui quote appartengono per il 41,30% alla Regione Abruzzo, per il 43,70% alle Camere di commercio di Pescara, Chieti, Teramo e L’Aquila e per il 15% a soci privati, accusa un pesante indebitamento che rischia di causare una situazione di default. Per correre ai ripari, la Regione Abruzzo ha adottato, negli ultimi giorni del 2012, un provvedimento con il quale stanzia ben 5,5 milioni di euro in favore dello scalo pescarese. Provvedimento, però, impugnato l’8 febbraio u. s. dal Governo Monti dinanzi la Consulta per illegittimità costituzionale. Secondo quando sostiene il governo, infatti, la legge regionale numero 69 del 2012 presenterebbe disposizioni in contrasto con i principi comunitari in materia di aiuti di Stato e che violerebbero l’articolo 117 della Costituzione, che specifica i vincoli imposti dall’ordinamento comunitario. Una vera doccia fredda per Regione e Saga che potrebbe significare la possibile chiusura di quello che era considerato fino a poche settimane fa un aeroporto di interesse nazionale.