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Sicurezza e lavoro, la ricetta di Ivo Menna

riceviamo e pubblichiamo

Ivo Menna
Ivo Menna

“Contro la criminalità facciamo una task-force Vasto-San Salvo e facciamo una video sorveglianza per ottenere finanziamenti”. Così risponde il sindaco Magnacca all’assessore di Giustizia Sociale dottor Olivieri di Vasto sulla questione sicurezza circa il crescendo di atti di microcriminalità nelle rispettive comunità. Intanto vorremmo conoscere se su questo argomento tutta la Giunta del Sindaco Lapenna è unanime o ci sono differenze di analisi e soluzioni diverse. Parlano di criminalità i nostri rappresentanti! Ma di quale criminalità si tratta? Di furti negli scantinati di olio e provviste alimentari, di furti di taniche di benzina e gasolio la cui detenzione peraltro potrebbe mettere seriamente in pericolo i condominii, di rapine verso attività commerciali. Sono questi il male assoluto di questo momento in relazione alla sicurezza? Questa la priorità assoluta del momento? Il patto di alleanza tra Vasto e San Salvo auspicato dai nostri due politici consiste nell’installare la videosorveglianza per individuare i malviventi e assicurarli alla giustizia con tanto di processi e di inchieste, nel momento in cui le carceri scoppiano per sovraffollamento? Con quali costi economici e sociali? È stato considerato? Ci chiediamo: ma questi illuminati rappresentanti politici considerano che siamo in presenza di una delle più devastanti crisi economiche del sistema occidentale le cui cause reali hanno determinato in Italia attualmente oltre 3 milioni di disoccupati di cui oltre 600 mila i giovani senza lavoro sotto i 24 anni; che il patrimonio della nostra migliore gioventù è emigrata altrove, in altri paesi europei impoverendo il nostro tessuto culturale e economico; che 8 milioni di famiglie declinano verso il basso e che faticano a campare?
Non vedono come queste due cittadine abbiano assunto fisionomie simili a un deserto dal punto di vista umano ed economico a seguito di delocalizzazioni e deindustrializzazione dei poli industriali del territorio? Che le periferie dove massima è la concentrazione demografica la gente vive sempre più isolata e in assenza di relazioni sociali se non quella della solitudine della tv o internet, dove tutto è finto e virtuale? Non vedono come i centri storici una volta gremiti di giovani e di famiglie sono a dir poco dei cimiteri fiocamente illuminati? Che la droga di cui non si parla mai la fa da padrona e coinvolge socialmente poveri e ricchi? E che il SERT conta circa 800 tossicodipendenti? Non vedono la crescita di sale delle scommesse in città anche dentro i bar, dove leggi lo sconforto di poveri cristi che regalano allo stato miliardi sottratti alla disperazione sociale ed economica di chi non ha un lavoro precario o sottopagato, o chi non ha un lavoro e che non riesce a pagare neppure le bollette? L’attuale classe politica costituita da medici, avvocati, ingegneri e impiegati, purtroppo non si accorge di questa cruda realtà. Non ci sembra che siano state proposte iniziative pubbliche da mettere in cantiere per alleviare le condizioni delle famiglie in momenti gravissimi come gli attuali con una azione di corresponsabilizzazione delle altre forze sociali. Non ci pare di avere sentito o letto dell’apertura di tavoli per affrontare con le forze sociali le questioni drammatiche del lavoro o avere progettato un piano pubblico che preveda risorse economiche per un recupero delle periferie e dei centri storici che sviluppino nuovi lavori; non ci pare di avere letto di mettere in sicurezza le strutture pubbliche come le scuole per fini sociali e culturali; non ci pare di avere letto di progetti ambientali di tutela e di sicurezza del territorio. Come non ci pare che siano stati individuati settori ad alta intensità di lavoro e bassa intensità di capitale, dai beni culturali ai servizi alla persona, dal recupero di edifici e centri storici, come appena detto.
Invece leggiamo che sperate di ottenere finanziamenti per le videocamere e non comprendete che la situazione crescente di povertà determina uno sconvolgimento nella vita personale e sociale; che si crea una insicurezza socio economica che incrina la dignità delle persone; che solo il lavoro può restituire dignità e sicurezza come recita la nostra Costituzione. Il caso dell’operaio suicida che senza lavoro e con la Costituzione tradita tra le mani con il foglietto dei morti per disoccupazione degli ultimi due anni, e nonostante la presenza della sua famiglia, è un simbolo dei tempi orribili che viviamo. Vi stupite per gli episodi di microcriminalità di questi giorni e non vi meravigliate di quello che accade nelle famiglie dove la violenza e l’intolleranza spesso sfociano in episodi drammatici e truculenti come gli omicidi avvenuti in questi anni a Vasto e San Salvo. Esiste la volontà politica di affrontare le questioni sociali del lavoro con i mezzi descritti per evitare episodi di micro e nuove criminalità? Solo in questa positiva direzione potremo sconfiggere le cariche di violenza e le solitudini che si vanno sviluppando.

Ivo Menna Ambientalista storico Lista La nuova Terra

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