Non si placa la rabbia all’interno del partito di Casini, alla luce anche della quasi scomparsa del movimento soprattutto in Abruzzo dove aveva raccolto sempre dei buoni riscontri. Prima il botta e risposta tra De Matteis, il riacquisto dell’ultim’ora che non ti aspettavi per le parlamentarie, e De Laurentis, uno dei trombati di lusso, che pungolato il giorno dopo gli scrutini sulla pesante sconfitta della vela crociata ha detto “Io ho lasciato l’Udc al 6%. Con De Matteis la ritrovo al 2, dovete chiedere a lui cosa è successo“. Quindi, pronta la risposta del vice-presidente del Consiglio regionale: “Quando io sono andato via dall’Udc era al 15%, mentre con lui è arrivata al 6% ed è la testimonianza dell’incapacità del personaggio, che come tutti i topolini che scappano quando la nave affonda, appena non ha ricevuto la sua candidatura è fuggito, facendo votare Tabacci“.
E per finire non poteva mancare il battibecco tra lo stesso De Matteis ed Antonio Menna, quando il primo non ha messo in discussione la sua poltrona di vice all’Emiciclo né si è allineato con la posizione del capogruppo Udc in Regione “Menna, che fa anche tenerezza, parla di un’opposizione che non si capisce quale sia. L’Udc è ovunque con il centrodestra”. Anche in questo caso non si è fatta attendere la reprimenda di Menna: “Il dott. Giorgio De Matteis è ancora in stato confusionale per la sonora bocciatura degli abruzzesi. Senza tessera né ruolo politico, prima minaccia di cacciarmi ed ora si permette di indicare la linea politica dell’Udc. Evidentemente teme di lasciare la poltrona di vice-presidente del Consiglio regionale e l’auto blu. L’Udc in Regione Abruzzo è e resterà all’opposizione. De Matteis si metta l’anima in pace e si adegui. Sarà il prossimo Congresso regionale con i delegati già eletti dai Congressi provinciali ad indicare la linea politica e scegliere la classe dirigente e non lui neanche iscritto e campione di incoerenza (Cdu, Ccd, Udc, Italia di Centro, Mpa, Udc)”.
Menna poi si scaglia contro i vertici del partito a cominciare da quel Lorenzo Cesa escluso dal Parlamento ed artefice delle scelte sulle candidature che hanno spaccato l’Udc abruzzese: “I dirigenti nazionali dell’Udc devono chiedere scusa ai dirigenti, iscritti ed elettori del Partito in Abruzzo: l’Unione di Centro esce ridimensionato, umiliato, un disastro, da questa campagna elettorale. Scelte sbagliate, candidati sbagliati, imposizioni dall’alto. Scelte autorefenziali, mancanza di democrazia interna, mancanza di rispetto per le indicazioni provenienti dalle Regioni, dai territori ed in Abruzzo con l’aggravante di aver umiliato una intera classe dirigente che nelle Regionali aveva salvato l’Udc con un 5,6 % e due consiglieri regionali eletti. Fino a luglio i sondaggi davano l’Udc in Abruzzo tra l’8 e il 10 % e con De Matteis siamo quasi scomparsi: solo 1,8 %!
Mi batterò perché non scompaia un Partito erede di una Storia e una grande tradizione politica democratica cristiana! Difenderò lo scudocrociato, ora è sempre”.
Siamo certi che la vicenda avrà ulteriori risvolti, soprattutto in una lunga campagna elettorale per le regionali in programma nel prossimo dicembre.
Luigi Spadaccini
(spadaccini.luigi@alice.it)