Ha reso ampia confessione Hamid Maatoui, il giovane marocchino sottoposto a fermo dall’autorità giudiziaria a Barletta per l’omicidio della signora Michela Strever in via Villa De Nardis a Vasto.
A spiegare i dettagli dell’operazione, stamattina in conferenza stampa, il procuratore capo della Repubblica presso il tribunale di Vasto, il dottor Francesco Prete, insieme al sostituto procuratore, il dottor Giancarlo Ciani, e i rappresentati dell’Arma, il capitano Giancarlo Vitiello, comandante della Compagnia di Vasto e il colonnello Salvatore Ronzo.
Secondo quanto ricostruito, il 36enne – a Vasto dal 2007 – conosceva la vittima, avendo svolto per lei qualche lavoretto saltuario, tant’è che il suo nome – scritto in italiano – è stato ritrovato sull’agenda della vittima, insieme al suo numero di telefono.
Fondamentali ai fini investigativi sono stati i rilievi dei Ris, che – accertata la morte per soffocamento – hanno riscontrato tracce commiste di dna maschile sui fazzoletti di carta con cui la donna è stata soffocata.
Il sospetto, già raggiunto da provvedimento di esplulsione, una volta rintracciato a Barletta, dove si era rifugiato, è stato sottoposto a interrogatorio, durante il quale ha rilasciato ampia confessione.
L’accusa nei suoi confronti è di omicidio aggravato e rapina aggravata. Comunque, come sottolineato dallo stesso procuratore, le indagini proseguono, senza tralasciare altre piste.
“Non siamo soliti convocare conferenze stampa – ha precisato il procuratore capo – ma questo è stato un delitto che ha allarmato molto l’opinione pubblica; per questo ringrazio il sostituto procuratore, i carabinieri di Vasto e i Ris di Roma per l’ottimo lavoro svolto.”
Hamid Maatoui, adesso in carcere a Trani per l’accusa di omicidio aggravato e rapina aggravata, sarà presto trasferito nella sede di competenza.
Natalfrancesco Litterio