Avremo modo di analizzare e capire più compiutamente le dimensioni del terremoto politico che ha destabilizzato positivamente il quadro della politica italiana e vastese, ma intanto sono trascorsi 10 giorni dall’esito delle elezioni che ha visto il M5S diventare il primo partito-movimento con il 29,44%, mentre il PD è al 29,22%, e il PDL a 25,24%. Questo accade alla Camera dei deputati; e al Senato il M5S 28,36%, e addirittura il PDL IL 29,59%. Di fronte a questo vero movimento tellurico politico, il silenzio sovrasta sullo sbigottimento, e la paralisi pare impadronirsi di chi da anni ha condotto a questi risultati. Il fallimento delle classi dirigenti di questo partito a tutti i livelli si conclude con queste elezioni. In politica quando si fallisce nei risultati è obbligo morale e politico del gruppo dirigente rassegnare le dimissioni. Le bugie, i compromessi e le contraddizioni emergono come fiumi carsici ogni giorno. L’ultimo esempio viene da quei deputati che hanno votato a favore del Decreto sviluppo per Ombrina Mare, le trivellazioni per il petrolio davanti alla costa del Parco nazionale: Fabrizio Di Stefano (PDL), Giovanni Legnini (PD), FrancoMarini(PD), Andrea Pastore (PDL), Paolo Tancredi (PDL), Ferdinando Adornato (UDC), Sabatino Aracu (PDL), Carla Castellani (PDL), Vittoria D’Incecco (PD), Giovnani Lolli (PD), Marcello De Angelis (PDL), Giovanni Dell’Elce (PDL), Tommaso Ginoble (PD), Paola Pelino (PDL), Maurizio Scelli (PDL), LanfrancoTenaglia (PD), Daniele Toto (FLI) e Livia Turco (PD). Come si noterà il voto bipartisan ha unito tutti i vecchi oligarchi dei defunti partiti, a cominciare da quel Marini di cui abbiamo ampiamente raccontato in questi anni, come artefice massimo della crisi del PD in Abruzzo. Le dimissioni del gruppo dirigente e la immediata convocazione di un nuovo congresso sono atti politici per discutere e affrontare una nuova stagione politica. Una discussione pubblica e libera e non nelle solite stanze, con le preclusioni settarie che hanno distinto la cultura dei gruppi dirigenti del PD in questi anni, ma che deve manifestarsi pubblicamente e liberamente. Aprire porte e finestre perché una fase della storia politica del Novecento si è conclusa e nuove forme vanno ricercate lontano da finzioni e doppiogiochismo che hanno portato al fallimento di una intera classe politica.
Ivo Menna