Continuano a sommarsi giorno dopo giorno gli indicatori negativi di questa crisi che tarda a dare anche un minimo sollievo. L’ultimo amaro report a firma Ufficio studi di Confartigianato parla chiaro: calano le richieste di finanziamenti per investimenti da parte delle imprese del territorio teatino, -9,1% sul 2011; calano i finanziamenti erogati dagli istituti di credito, -6,4% nel 2012. E non solo, a fare rabbia è anche il divario tra il costo del denaro per le imprese tedesche e quello per le imprese teatine che segna un pesantissimo +2,9%.
“Ci siamo lasciati alle spalle un anno davvero difficile per le piccole e medie imprese – sottolinea Daniele Giangiulli, direttore provinciale Confartigianato Chieti – che sono allo stremo delle forze e non riescono ad avere un sostegno adeguato dagli istituti di credito. Tra giugno e luglio si era registrata una leggera ripresa seguita da una marcata battuta d’arresto negli ultimi tre mesi del 2012.”
Su quel -9,1% di richieste di finanziamenti amara è la considerazione di Giangiulli: “Un dato che è paragonabile alla percentuale che avevamo in provincia addirittura quindici anni fa. Siamo di fronte ad un segno inequivocabile della paralisi del mercato.”
La bilancia dei soldi erogati dalle banche alle imprese nel 2012, dunque, segna stanziamenti pari a 4 miliardi e 315 milioni di euro, ovvero il 6,4% in meno del 2011. Le cose vanno leggermente meglio per le aziende con meno di 20 addetti che hanno ottenuto complessivamente 927 milioni di euro con un calo meno evidente, seppur pesante, del 5,8%. Ma è anche il costo del denaro a finire sotto accusa “Parliamo di un +2,9% rispetto alla stessa categoria di imprese che operano in Germania con un costo aggiuntivo per le aziende stimato in 144 milioni di euro. E’ chiaro – riprende Giangiulli – che i prodotti presenti sul nostro mercato finanziario non sono competitivi in Europa.”
Infine il direttore di Confartigianato Chieti si cimenta in un appello sentito: “Il credito è linfa vitale per le aziende. Lanciamo un appello accorato affinché le banche, soprattutto quelle del territorio che si dimostrano sempre più sensibili, adottino iniziative a supporto delle piccole imprese e, al tempo stesso, si incentivi al massimo il prezioso ruolo svolto dai consorzi fidi”.
Lu. Spa.