Solo ieri mattina alcuni consiglieri di opposizione chiudevano una conferenza stampa nella quale chiedevano un gesto di coerenza e responsabilità al PSI e le dimissioni del sindaco Lapenna. Oggi un’ancora di salvezza per una maggioranza in crisi viene da quell’area centrista più volte chiamata in causa dai masticatori della politica vastese. A lanciarla per primo Davide D’Alessandro, peraltro, dobbiamo essere onesti, coerentemente con quanto ha sostenuto fin dall’inizio del secondo mandato Lapenna. Lo fa, il consigliere indipendente, con un comunicato stampa con il quale si toglie anche qualche sasso, meglio dire macigno, dalle scarpe rimandandoli a Progetto per Vasto, con il quale, chi come me ha assistito ai vari Consigli comunali, non è mai corso buon sangue.
“A scadenza prestabilita, ogni cinque-sei mesi, Desiati e Bischia chiedono le dimissioni di Lapenna – scrive D’Alessandro – Il Sindaco si dice stanco e loro approfittano per dire che è la città a essere stanca del Sindaco. Ma non si accontentano di invitarlo a tornare a casa; vanno oltre, con una domanda di notevole spessore: “Crede veramente di poter costruire una rinnovata e programmata azione amministrativa con l’ausilio di chi, da tempo, altro non aspetta che il collasso della maggioranza per stabilire il prezzo del proprio aiuto?”. Eppure, a Vasto non c’è chi aspetta il collasso della maggioranza per stabilire qualche prezzo. A Vasto non ci sono neppure uomini pronti a fare da stampella. A Vasto, piuttosto, c’è chi aspetta il collasso della maggioranza credendo di poter tornare al voto e magari…perdere un’altra volta. Un genitore illuminato diceva: “Non sono preoccupato quando mio figlio perde giocando a carte, ma quando si vuole rifare”. Chi si vuole rifare, quasi sempre, perde anche ciò che non ha più. Vasto non ha bisogno né di tornare al voto né di prezzi da pagare. Vasto ha bisogno di essere amministrata. Lapenna è stato eletto dai cittadini per amministrare fino al 2016. Desiati ha avuto la possibilità, durante il ballottaggio del 2011, di farlo perdere ma lo ha preferito a Della Porta. Ora vuole indire persino nuove elezioni. Che fa, il Prefetto? Il treno, di solito, passa una volta. Per lui, in verità, è passato generosamente due volte, tra Camera e Comune, ma non è riuscito a salirci. Adesso, complici i decenni di politica sulle spalle, può solo divertirsi a veder scendere gli altri. Una magra consolazione. Il vero prezzo da pagare per chi non ha cultura di governo. Purtroppo, noto che anche giovani esponenti del Pdl si uniscono al coro: “Noi siamo pronti. Al Psi diciamo: andiamo insieme dal notaio e dimettiamoci”. Noi chi? Rob’ de matt’, dicono a Milano, ma anche a Vasto. Dove, per fortuna, non manca chi ha ancora responsabilità e cultura di governo”.
Lu. Spa.