Se la costa piange, l’entroterra non sorride. È infatti battaglia acerrima contro la realizzazione dell’elettrodotto in doppia terna a 389 kV Villanova- Gissi. Lunedì scorso sono scaduti i termini per presentare ricorsi avverso il Decreto autorizzativo dell’infrastruttura che risulta osteggiata da alcuni Comuni interessati dall’opera, ma non solo. Al fianco dei Sindaci di Lanciano, Castel Frentano e Paglieta, che hanno già presentato ricorso al TAR del Lazio competente sulla vicenda, ora si è schierato anche un comitato di una quarantina di cittadini che, coordinati dal CAST (Comitato Ambiente Salute e Territorio) ed assistiti dai legali Barbara Antonucci e Ilenia Carinci, hanno presentato altre eccezioni dinanzi al tribunale amministrativo. Un punto nodale della protesta è la mancata concertazione del percorso, sulla falsa riga di quanto è accaduto sulla costa per la Petroceltic, e, poi, anche presunte violazioni di legge e difetti di istruttoria. I costi per il ricorso che cadranno in capo ai ricorrenti saranno alleviati da raccolte fondi portate avanti, tra gli altri, dagli abitanti della contrada S. Onofrio di Lanciano e dalla comunità di contrada Buccieri, già artefice della mobilitazione contro un progetto analogo, il Tivat-Pescara, peraltro già autorizzato.
Intanto si è levato un coro unanime di disapprovazione nei confronti di quei Comuni che hanno sottoscritto accordi separati con la società interessata all’opera ed accusati di aver voltato le spalle a coloro che quell’opera dovranno subirla senza aver avuto alcuna voce in capitolo. Il dito accusatorio, peraltro, non ha risparmiato neanche l’Amministrazione regionale rea, ancora una volta, di latitanza su tutta la questione, in particolar modo non pronunciandosi ufficialmente ed apertamente contro.