Giorgio Napolitano confermato alla guida del Paese

Napolitano_GiorgioÈ, dunque, Giorgio Napolitano il 12.mo presidente della Repubblica italiana. Prima della sesta seduta elettorale sul suo nome è stata trovata la quadra del cerchio tra centrodestra meno FdI e centrosinistra meno SEL e dalle urne esce il responso che tutti si attendevano, ovvero il superamento del quorum di 504 voti. Colui che era stato il primo Capo dello Stato di provenienza Pci ora diventa anche il primo ad ottenere un secondo mandato. La sua nomina è stata accompagnata da un lungo applauso all’interno di Montecitorio con i grillini spettatori silenziosi e seduti ed accusati di essere dei buffoni. Il movimento 5Stelle si prenderà la rivincita, però, stasera quando si assieperà dinanzi la Camera dei Deputati a manifestare il proprio dissenso a quello che viene definito un “Colpo di Stato” e a fargli compagnia ci sarà anche Forza Nuova al grido di “No al Golpe Napolitano”.

Un clima di tensione che non tende ad attenuarsi.

La riconferma di Napolitano e le dimissioni di Bersani aprono probabilmente la strada a quello scenario che tutti chiedevano e si aspettavano in barba al successo dei 5 Stelle, ovvero un accordo Pd-PdL all’insegna delle necessità incombenti e dell’urgenza degli interventi. Al centro dell’attività di questa Große Koalition i punti convergenti delle rispettive strategie magari sfruttando il lavoro dei saggi, tralasciando chissà il finanziamento dei partiti e alcune riforme della giustizia, ma puntando su una riforma elettorale che possa anche imbavagliare certi esperimenti.

Le scelte fatte da Napolitano ed i continui richiami al senso di responsabilità portati avanti anche nelle ultime settimane del suo primo mandato soffiano in questa direzione.

Alcune riflessioni, però, bisogna farle. In primis sul presunto colpo di Stato: La Costituzione prevede che certe decisioni vadano prese in Parlamento dove siedono (o, meglio, dovrebbero sedere) i rappresentanti scelti dal popolo che quando si esprimono a larga maggioranza in modo univoco lo fanno nel rispetto della democrazia. Se proprio vogliamo parlare di golpe dovremmo riferirci alla legge elettorale.

Secondo, ci chiediamo come sia possibile che in un Paese di 60 milioni di abitanti e qualche decina di migliaia di politici di professione non fosse possibile trovare l’intesa su un altro candidato. Sono questi atti che alimentano i focolai del sospetto e la sensazione di una casta al di sopra di ogni pudore, come se qualcuno non si sia ancora accorto che di questo passo si rischia una ribellione civile.

Terzo, non possiamo che sperare che ultimata la fase di attiva risposta alla crisi incombente, con scelte che vadano incontro al rilancio del mercato e delle attività produttive alleviando e non di poco la pressione fiscale, e alla necessità di modernizzare la legge elettorale e la Costituzione per quel che concerne le riforme istituzionali (a proposito perché non cancellare la figura del presidente del Consiglio attribuendo le sue mansioni al Capo dello Stato?) Giorgio Napolitano abbia il coraggio di rimettere il proprio mandato al Parlamento, quello stesso coraggio che ha avuto l’ormai Papa emerito Benedetto XVI.

Vedremo nelle prossime ore gli sviluppi che verranno fuori dal passo, rischioso, di oggi consapevoli che in questo momento gli unici vincitori paiono l’istrionico Matteo Renzi, già pronto per le prossime primarie, che è riuscito nell’intento di bloccare l’operato della vecchia nomenklatura, e Silvio Berlusconi, che ha ottenuto di arginare l’ipotesi di Prodi al Quirinale (quella che secondo noi Bersani aveva partorito fin dall’inizio) e potrebbe vedere realizzato quel governo di larghe intese che chiedeva da tempo.

Resta l’enigma del prossimo presidente del Consiglio, con un Bersani che parte sconfitto, ma che potrebbe trovare in un suo passo indietro nei confronti dei preconcetti sul Cavaliere la possibilità di un rilancio. Per i grillini, invece, l’accordo odierno prevederebbe Amato a Palazzo Chigi, ma non sarebbe da escludere un montiano. Vedremo quel che accadrà, sperando, ancora, nel meglio per il bene del Paese, sempre che a qualcuno interessi ancora.

Luigi Spadaccini
(spadaccini.luigi@alice.it)

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