Sono stati giorni di duro lavoro quelli dell’ultimo mese e mezzo per i carabinieri del nucleo ispettorato del Lavoro ed Ispettorato di Teramo, impegnati nell’operazione denominata “Filorientale” che ha interessato l’intera area della Val Vibrata. Sotto la lente degli investigatori soprattutto i laboratori tessili e di pelletteria gestiti da cinesi, spesso impegnate in produzioni per grandi ed importanti griffe italiane, per i quali è scattata la verifica della corretta attuazione delle norme sulla sicurezza dei luoghi di lavoro ed una caccia all’emersione del lavoro nero e sommerso.
L’operazione “Filorientale” ha consentito di perquisire 30 laboratori, alla fine tutti irregolari, e di identificare 296 lavoratori extracomunitari, di cui 75 in nero, e tra questi 16 clandestini ed un minore, e si è chiusa con la denuncia a piede libero di 30 cittadini cinesi, il sequestro di 22 laboratori, per un valore complessivo di 8,5 milioni di euro; 1.379 prescrizioni per violazioni alle normative sulla sicurezza per 7 milioni di euro, 19 sospensioni di attività imprenditoriali e sanzioni amministrative per 333mila euro. Inoltre, è stata accertata un’evasione contributiva di oltre 1,2 milioni di euro. Un lavoratore su tre è stato trovato in nero e tutti operavano in locali umidi e fatiscenti, senza riscaldamento e senza alcuna garanzia igienica e di sicurezza.