Non è servita la manifestazione del 14 aprile, né l’inserimento del parere contrario della Regione Abruzzo nella pratica di Ombrina Mare: il Ministero dell’Ambiente, comunicano dal Wwf, conferma la sua linea sul contestatissimo progetto petrolifero Ombrina Mare. Lo scorso 3 aprile la Commissione VIA nazionale ha emesso un nuovo parere positivo.Sul sito del ministero si può leggere, infatti che “con l’entrata in vigore dell’art.35 della Legge n.134/2012 è stata riavviata in data 22/11/2012 la procedura di VIA ed è stato successivamente espresso parere positivo con prescrizioni n.1154 del 25/01/2013 dalla Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale. A seguito del parere inviato dalla regione Abruzzo in data 04/03/2013 la Commissione ha svolto un supplemento istruttorio conclusosi con il parere n.1192 del 03/04/2013 che conferma il precedente parere espresso in data 25/01/2013 e precisa il quadro prescrittivo in merito alle autorizzazioni alle emissioni in atmosfera”.
Una vittoria di Pirro, quindi, quella del presidente Chiodi, che aveva salutato con grande soddisfazione la riapertura della pratica grazie all’inserimento della stessa del parere regionale che, per quanto contrario, non ha influito minimamente.
Ora è in fase di redazione il Decreto ministeriale che darà seguito alla decisione della Commissione VIA.
Per il WWF “è veramente sconcertante che la mobilitazione scattata in Abruzzo, che ha portato lo scorso 13 aprile in piazza decine di migliaia di persone nella più grande manifestazione mai svolta nella regione, non sia tenuta in alcuna considerazione dal Ministero dell’Ambiente, che si dimostra totalmente refrattario rispetto alla volontà dei cittadini e delle istituzioni abruzzesi. Viene minato alla base il procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale che dovrebbe vedere al centro delle decisioni la partecipazione dei cittadini. È veramente grave non ascoltare la voce di una comunità che si vede piovere addosso un progetto che non vuole, allarmante non solo per l’ambiente abruzzese ma per la sua economia”.
A questo punto il WWF invita alla mobilitazione permanente i cittadini, associazioni ed enti locali per bloccare l’iniziativa mettendo in campo immediatamente ogni possibile soluzione, dal ricorso al TAR alle iniziative parlamentari.