Il Senato ha approvato la relazione di maggioranza al Def con 209 voti favorevoli, 58 contrari e 19 astenuti. Nel farlo, poi, ha ribadito la volontà di mettere mano alla normativa sulla contestatissima IMU convertendo l’emendamento presentato dal leghista Calderoli in un Ordine del Giorno, emendamento incentrato sia sulla sospensione della rata di giugno che la restituzione della stessa Imu versata per il 2012 relativamente all’abitazione principale. Il senatore chiede poi di “prevedere una rimodulazione della tassazione sugli immobili per che comporti già, nell’anno in corso, l’abrogazione dell’imposizione per le abitazioni principali“. Il governo dovrà infine impegnarsi “a compensare i Comuni del mancato introito delle risorse conseguente alla sospensione del pagamento della prima rata dell’Imu 2013” e alla sua abrogazione.
Mentre, però, in Parlamento si è aperto il dibattito che dovrebbe portare alla cancellazione, almeno per le abitazioni principali, dell’Imposta, dall’altra c’è chi ritiene che le priorità sarebbero altre.
Un esempio viene da Confindustria che ha parlato attraverso il suo presidente Giorgio Squinzi: ”La priorità di Confindustria – ha dichiarato il numero uno degli industriali – è di ridurre del 9% la tassazione sul lavoro”. A chi gli ha chiesto come ha risposto che tale traguardo può essere tagliato ”attraverso la neutralizzazione del costo del lavoro sul calcolo dell’imponibile Irap. E’ un provvedimento che deve essere adottato e che avrebbe come risultato quello di ridurre del 9% il costo del lavoro”‘.
Quindi per Confindustria non è una priorità la cancellazione dell’IMU: ”Si tratta di vedere bene cifre e numeri’‘, ha detto Squinzi che, però, ha ribadito: ”Secondo me la priorità è il lavoro per ritrovare la crescita”.
Intanto i Comuni si trovano tra l’incudine e il martello: il balzello sui pagamenti dell’Imposta potrebbe mettere ancora di più in ginocchio i bilanci impedendo di preventivare qualunque tipo di intervento. Staremo a vedere.
Lu. Spa.