Valsinello, lo spettro di se stessa

aree_industrLa Valsinello si appresta a diventare lo spettro di se stessa. Una volta concepita per dare impulso all’economia del medio comprensorio vastese, l’area sta venendo fagocitata un po’ alla volta da quella crisi finanziaria e politica che ha favorito anche lo spostamento dei capitali in altri Paesi in via di crescita. Da tempo si parla, purtroppo, della vicenda Golden Lady con tutte le sfumature che ben conosciamo; ma sono ben noti anche gli stati di sofferenza in cui versa il Pantalonificio d’Abruzzo, pronto a chiudere i battenti e rimandare a casa 85 dipendenti; e poi la decisione della Arkema di tagliare 6 posti di lavoro. Ed ora quella che potrebbe rappresentare la mazzata finale, ovvero la chiusura del Gruppo Valsinello-Teknolamiere che significa disoccupazione per altri 76 lavoratori. Dopo 37 anni un altro pezzo di quella storia scritta dalla visione di Remo Gaspari è stato cancellato. Se agli strali che si stagliano sulla Valsinello sommiamo le serrate ormai ben visibili in Valdisangro, dove stanno spuntando  tante spine per aziende del calibro Honeywell e, soprattutto, Honda, e i provvedimenti in vigore nelle grandi aziende di Piana S. Angelo (Cig, solidarietà ecc…) ci si rende conto del fatto che si sta vivendo una vera emergenza occupazionale troppo spesso evidentemente sottostimata nel recente passato dalle istituzioni di qualunque livello, ora incapaci di trovare in tempi rapidi delle risposte adeguate. Indecisionismo e/o menefreghismo che hanno soffocato irrimediabilmente anche l’artigianato (edilizia in primis) e il commercio tanto che ci si aspetta un autunno davvero caldo.

Intanto si spera che siano state varate operazioni di rilancio per tutta l’economia. Una delle strade è quella di prevedere la realizzazione di infrastrutture, ma, come abbiamo avuto modo di leggere proprio in queste, pare che la Giunta regionale abbia voluto ancora una volta penalizzare la nostra area che di questo passo diventerà davvero depressa.

Il problema disoccupazione, però, è divenuto un’emergenza regionale in un Abruzzo dove la ricostruzione aquilana è ferma al palo; dove la Micron, azienda all’avanguardia tecnologica finisce in mano ai tedeschi; dove ogni associazione di categoria lamenta situazioni gravi e perdite di posto di lavoro.

Luigi Spadaccini
(spadaccini.luigi@alice.it)

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