Si è svolto ieri pomeriggio l’incontro con don Luigi Ciotti presso la chiesa della Trasfigurazione di Torrebruna, dal titolo “Camminare insieme, Michele Pellegrino e il Concilio Vaticano II”, patrocinato dal comune di Torrebruna e organizzato in collaborazione con la Scuola di formazione all’impegno Sociale e Politico “Paolo Borsellino”, la Caritas diocesana di Trivento e le parrocchie di Guardiabruna e Torrebruna.
In una chiesa stracolma di gente, il fondatore del Gruppo Abele e Libera ha tratteggiato la figura di Michele Pelligrino, arcivescovo e poi cardinale che ebbe una notevole influenza nella vita di don Ciotti.
“Ho trovato in Michele Pellegrino un padre che mi ha accompagnato in molti momenti difficili”, ha sottolineato don Ciotti, per poi raccontare il passaggio decisivo nella sua formazione: Michele Pellegrino già conosceva e apprezzava il suo impegno a favore degli emarginati con il Gruppo Abele, quando ordinandolo sacerdote, disse a don Luigi Ciotti: “La tua parrocchia sarà la strada”.
”Questo è stato il mandato del mio vescovo” ha dichiarato don Ciotti, con malcelata emozione. “Non mi ha mandato sulla strada per insegnare, – ha subito precisato – ma a scoprire il volto di Dio tra gli emarginati e i sofferenti.”
Don Ciotti ha poi ripercorso gli aneddoti più significativi della vita di Michele Pellegrino, evidenziando la sua capacità di scuotere il mondo della Chiesa, il suo essere scomodo, la sua “durezza” e la sua intelligenza.
Poi l’impegno contro le tossicodipendenze di don Ciotti, sempre accanto al suo vescovo, in un momento storico in cui il problema della droga si stava allargando e l’Italia rifiutava il problema, come se ignorandolo potesse auto estinguersi.
Il tutto nello spirito di un Concilio Vaticano II che per la prima volta non veniva convocato per giudicare un’eresia o ribadire una verità, ma veniva convocato per ridefinire l’identità cristiana nel mondo globalizzato.
E ancora le precise prese di posizione come le mafie, la corruzione, ogni forma di violenza. “Tutti i nostri no – ha spiegato don Ciotti – che sono no alla droga, no alle mafie, no alla violenza, no al gioco d’azzardo, e tutti gli altri no, devono trasformarsi in ‘noi’. Dopo la denuncia e la protesta occorre la fase propositiva: ognuno di noi deve prendersi la responsabilità del cambiamento. Auguro a tutti voi di essere da esempio per le vostre comunità”.