Marcello e Molino picconano l’Amministrazione Lapenna

consiglio-comunale-bilancio - 82È stato un Consiglio comunale carico di tensione quello celebrato quest’oggi nell’Aula Vennitti di Palazzo di Città e ad accenderlo, contrariamente a quanto si possa pensare, è stata proprio la maggioranza. Chi pensava che la crisi all’interno della coalizione di centrosinistra fosse stata superata dopo le dimissioni di Antonio Spadaccini e l’attribuzione di un assessorato al Partito Socialista ha dovuto ricredersi ben presto.

Se molti si aspettavano la posizione attendista del neo-consigliere Giovanna Paolino, che secondo alcune indiscrezioni avrebbe stipulato un patto col PSI per rafforzarne la compagine e metterla al riparo da eventuali brutte sorprese e secondo altre potrebbe confluire nel Partito Democratico a rimpolpare le fila dei lapenniani, pochi si aspettavano l’attacco violento e diretto del vice-presidente del Consiglio comunale Luigi Marcello al sindaco Lapenna e al partito di maggioranza in assise. Tralasciando la questione bilancio consuntivo, che pure rappresenta un giudizio sull’operato di un’Amministrazione, Marcello ha lanciato stoccate a destra e a manca non risparmiando proprio nessuno all’interno della coalizione, riservando la prima al presidente della Commissione Bilancio Gabriele Barisano che “nel passaggio in commissione ha ritenuto di astenersi riservandosi la votazione definitiva in aula contrariamente agli altri consiglieri di maggioranza. Comportamento questo quanto mai insolito e grave che non deve in nessun modo passare inosservato alla luce dei fatti accaduti successivamente in questi ultimi giorni”. Sull’incarico a Masciulli il capogruppo di Giustizia Sociale non ha lesinato in critiche “Così facendo Lei invece ha inteso premiare oltremisura  chi ha disatteso la volontà dei cittadini tradendo il proprio voto e di questo quanto prima sarà chiamato a renderne conto alla città e pagarne forse le conseguenze”. Marcello ha rinfacciato al primo cittadino la scarsa considerazione del suo partito nelle scelte di queste settimane ed anche della sua persona, dal momento che aveva chiesto di non dare l’incarico a chi era stato eletto proprio nelle fila di Giustizia Sociale.

E poi l’affondo contro una politica amministrativa ingessata perché troppo sbilanciata a sinistra sottolineando la necessità di rispostare l’asse di governo verso il centro, affermazioni che hanno smosso e non poco i rappresentanti di Rifondazione e SEL in Consiglio e Giunta, apparsi scuri in volto con un Marco Marra, assessore di PRC, e Sante Cianci, coordinatore di SEL, visibilmente nervosi. L’ultima parte dell’intervento, che ha destato più di una rimostranza, ha costituito un attacco personale a Luciano Lapenna reo di non essere vastese e non poter, quindi, amare Vasto come solo un vastese sa fare: “Il suo, sindaco, non è amore, ma è affetto, dovuto più che altro alla carica che ricopre”. Ed è stata, forse, questa la parte del discorso di Marcello, che ha deciso di astenersi dal voto sul Bilancio, che ha più rattristato il primo cittadino, che ha atteso solo la fine degli interventi per rispondere al leader di GS concentrandosi su tre passaggi fondamentali: nel primo ha ribadito che anche egli si è impegnato nella compilazione della lista e che se Giustizia Sociale si è affermata è anche perché ha vinto la coalizione e la gente ha scelto quel programma di governo. Nel secondo ha chiarito che se la maggioranza è formata da 6 gruppi e 5 vogliono la stessa cosa sarebbe giusto rimanere coesi e seguire ciò che una scelta democratica impone; nel terzo non poteva mancare una difesa d’ufficio su quella mancanza di vastesità che Marcello gli aveva rinfacciato: “Io vivo in questa città dal 1980 – ha detto il primo cittadino – e ancora una volta devo sentire dire questa storia del sindaco che non ama Vasto. Mi devi consentire il dispiacere per delle libertà che ti sei preso nei miei confronti e che penso di non meritare”.

Ma non sono mancate anche altre reazioni nella maggioranza: Barisano, capogruppo del PSI, nel suo breve intervento ha zittito una battuta dell’assessore di Giustizia Sociale, Mario Olivieri, con un freddo “gli assessori dovrebbero parlare solo se chiamati a relazionare, soprattutto quelli che domani potrebbero non esserlo più”; mentre dal fondo dell’Aula il sindaco di Cupello, Angelo Pollutri, avanzava l’ipotesi di una mozione di sfiducia nei confronti del vice-presidente del Consiglio, un invito evidentemente raccolto dal segretario del PD Del Casale che intorno alle 16.00 preannunciava una discussione interna alla maggioranza sulla posizione di Marcello in quella carica.

Il caso Marcello, però, non è stato l’unico della giornata. Altrettanto importante è stata l’uscita dall’Aula prima del voto sul Bilancio del consigliere Domenico Molino. Alla vigilia l’intervento più atteso era proprio il suo dopo che voci ufficiose ne confermavano l’esclusione dalla Giunta in via di formazione. Dopo aver sminuito la valenza politica del Bilancio consuntivo, ponendo l’accento come su quello di previsione si possa esprimere un giudizio reale sull’attività amministrativa; dopo aver ribadito che fin dall’inizio aveva sottolineato che la lista di Giustizia Sociale avrebbe creato non pochi problemi Molino annunciava la sua uscita dall’Aula prima del voto suscitando le perplessità (per usare un eufemismo) di Luciano Lapenna e l’amarezza dei propri compagni di partito.

È evidente che le questioni intestine alla maggioranza sembrano tutt’altro che risolte e che il primo cittadino dovrà ricorrere a tutte  le sue abilità politiche per appianare le divergenze emerse in queste ultime settimane. Domani ci sarà l’attribuzione delle deleghe e della carica di vice-sindaco e, siamo certi, ne vedremo ancora delle belle.

Luigi Spadaccini
(spadaccini.luigi@alice.it)

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