Antonio Prospero e Nicola Soria assolti perché il fatto non sussiste: questa è la conclusione della vicenda giudiziaria che ha coinvolto i due esponenti ex democristiani, i quali erano stati accusati di concussione e peculato dalla Procura per fatti risalenti al 2005, quando, l’uno consigliere regionale e l’altro assessore alla Polizia municipale, secondo le tesi dell’accusa, avrebbero promesso favori in cambio di voti. In particolare, grazie al loro ruolo politico avrebbero annullato multe, concesso autorizzazioni di suolo pubblico, licenze commerciali e promesso posti di lavoro per tornare a occupare uno scranno.
Contro tali tesi si sono sempre abbattute le posizioni della difesa condotta dai legali Giovanni Cerella e Arnaldo Tascione che fin dall’inizio dell’iter processuale, datato 6 marzo 2012, hanno sostenuto l’insussistenza dei reati contestati.
Una linea difensiva che, oggi, ha trovato l’accoglimento anche dell’accusa tant’è che è stato proprio il pm Giancarlo Ciani a chiedere l’assoluzione di Prospero e Soria, richiesta accolta dal collegio giudicante.