Mancano i fondi per la ricostruzione? Prendiamoli ai cittadini. Come al solito è questa la filosofia di chi occupa uno scranno nella Repubblica italiana. In un momento in cui il Paese è in ginocchio anche per scelte scellerate, e basti pensare ai mea culpa del Fondo Monetario Internazionale, le commissioni Ambiente e Lavori pubblici del Senato hanno dato il via libera al Decreto Legge sulle emergenze che prevede di recuperare 1,2 miliardi di euro per la ricostruzione privata aquilana e del cratere (98,6 milioni nel 2013 e 197,2 milioni dal 2014 al 2019), 50 milioni per Piombino, 30 milioni per la Tav, 7 milioni per il porto di Genova, dopo l’ incidente provocato dalla nave Jolly Nero, per la raccolta e la gestione dei rifiuti a Palermo e del sistema di depurazione di alcune aree della Campania e, infine, 15 milioni per il terremoto del 2002 in Molise. Come? Semplicemente scegliendo la via più semplice, ovvero imponendo l’aumento delle imposte di bollo: quella di 1,81 euro passerà a 2 euro e quella di 14,62 euro passerà a 16 euro. Il testo della commissione ha accolto emendamento dell’ex presidente della Provincia de L’Aquila Stefania Pezzopane, la stessa che ha contribuito a impallinare Marini prima e Prodi poi. Il tutto mentre nessun taglio è stato portato finora avanti nella politica; il tutto mentre nessuna chiarezza è stata fatta sull’offuscata gestione dei fondi (anche quelli provenienti dalla beneficienza), dei lavori e dei pagamenti.