Solo ieri l’ufficializzazione dei 6 licenziamenti previsti all’Arkema Resins di Valsinello, attraverso una lettera nella quale la multinazionale spiegava come si fosse giunto a un nulla di fatto in sede di accordo con il ministero del Lavoro sulla procedura di riduzione di personale attivata dalla società e come i licenziamenti fossero dovuti esclusivamente “a motivazioni di carattere tecnico-produttivo e organizzativo”.
La decisione assunta dalla Arkema, però, ha scatenato un vero putiferio anche tra le sigle sindacali. In particolare, attraverso un duro comunicato diramato alla stampa, sono i Cobas ad lazare i toni del confronto che sicuramente avrà strascichi pesanti.
“Assurdo è – si legge nella nota – che l’azienda denuncia un mancato accordo presso il Ministero delle Politiche Sociali e pertanto non può fare a meno di mettere alla porta sei dipendenti a Gissi. Tanto più che l’azienda ha rifiutato la possibilità di attuare Contratti di Solidarietà”.
Il passaggio più delicato e nel contempo più crudo è quello riservato a Cgil e Cisl, che sono pesantemente chiamate in causa: “L’assurdità maggiore è il fatto che fra i dipendenti colpiti dal provvedimento ben quattro sono iscritti alla Confederazione Cobas e gli altri due non iscritti ad alcun sindacato. Davvero una strana coincidenza visto che in totale i dipendenti sono 63… Suona strano anche il fatto che il giorno dello sciopero e presidio dell’ 8 maggio 2013 indetto da CGIL e CISL (fortemente appoggiato dai Cobas che erano presenti al presidio), nessuno dei Segretari territoriali di CGIL e CISL fosse presente……strano anche che fra i sei licenziati non vi sia nessun iscritto a CGIL e CISL…..
Per i cobas, che preannunciano un presidio davanti allo stabilimento Arkema Gissi per domani “Tutti i licenziati devono essere reintegrati nel loro posto di lavoro! Ci attiveremo con la nostra struttura legale per dirimere la questione”.