Folta platea per l’incontro di ieri sera al Palace Hotel di Vasto Marina per il convegno dal tema “La Vasto che vorrei: idee per il nostro territorio” organizzato dal Popolo della Libertà per ricominciare a serrare le fila in vista delle prossime regionali e più in là per il rinnovo dell’amministrazione comunale.
Presenti all’evento numerosi esponenti del centrodestra vastese, “capitanati” dal senatore Fabrizio Di Stefano: i consiglieri regionali Antonio Prospero, Emilio Nasuti e Luigi De Fanis, e i consiglieri comunali di Vasto Guido Giangiacomo e Manuele Marcovecchio.
La Vasto che il Pdl vorrebbe, naturalmente, è quella dove non governi più il centrosinistra, ma per far questo, come sottolineato dal capogruppo in Consiglio comunale del Pdl, Giangiacomo, “è necessario tornare a radicarsi sul territorio; abbiamo molte difficoltà quando non riusciamo ad esprimere un candidato vincente, ma non è sempre così; gli esempi di San Salvo e San Buono (i cui sindaci erano presenti in platea, ndr) sono la dimostrazione che ce la possiamo fare. Staccare la spina all’amministrazione Lapenna non è difficile, ma dobbiamo farci trovare pronti: non possiamo perdere un’altra occasione”.
Manuele Marcovecchio ha poi evidenziato come “il centrosinistra ha fallito su uno dei punti strategici, quello della pianificazione del territorio. Ad ogni nostro stimolo hanno sempre risposto che non c’erano soldi; in parte è anche così, ma la realtà è che per amministrare bene una città ci vuole coraggio e capacità progettuale che il centrosinistra non ha”.
Molti gli interventi anche dalla platea, tra cui quello di Nicola Salerni che ha spiegato come il Pdl sia un partito “di natura verticistica e quando il leader non scende in campo andiamo in difficoltà; per superare queste difficoltà occorre una struttura sul comprensorio” che non perda i contatti con l’elettorato.
Unità e territorio, queste sembrano essere le parole chiave del nuovo corso del Pdl avviato ieri pomeriggio al Palace; salvo verificare se l’auspicata unità si concretizzerà in sede di designazione di un candidato sindaco condiviso tra le forze del centrodestra. Dalle stoccate che sono arrivate a Desiati sull’inutilità della raccolta firme per le dimissioni del sindaco, la strada appare ancora lunga.
n.l.