“Un numero di persone pari ai passeggeri di due Jumbo Jet muore ogni giorno in Europa per arresto cardiaco improvviso”. E’ questa l’immagine che viene data per far capire quanto ampio sia il fenomeno delle morti per arresto cardiaco improvviso. I numeri parlano chiaro, ci troviamo di fronte ad una strage: in Italia oltre 60mila persone all’anno vengono colpite da arresto cardiaco, una media giornaliera di 164 persone, pari a 1 ogni 1000 abitanti l’anno e le percentuali di sopravvivenza sono bassissime: meno del 20% sopravvive alla dimissione dall’ospedale. Numeri allarmanti che non hanno lo scopo di diffondere il panico, ma di inquadrare la situazione in modo che qualcosa possa cambiare. La percentuale di sopravvivenza, infatti, potrebbe migliorare notevolmente con un intervento tempestivo di chi si trova di fronte ad un’emergenza. E’ dimostrato che se i testimoni di un arresto cardiaco iniziassero la rianimazione cardiopolmonare (RCP) prima dell’arrivo dell’ambulanza le possibilità di sopravvivenza della vittima aumenterebbero di due/tre volte rispetto ai casi in cui la RCP non viene iniziata. Nel 70% dei casi l’arresto cardiaco avviene in presenza di testimoni, ma la maggior parte dei cittadini italiani non sa come fare la rianimazione cardiopolmonare e in Europa la RCP viene iniziata soltanto nel 15% dei casi. Se si riuscisse ad aumentare la percentuale dal 15% al 50-60% dei casi si potrebbero salvare circa 100.000 persone all’anno. Al contrario, oggi, sempre a livello europeo ogni 90 secondi viene rianimato un paziente senza successo. L’obiettivo di VIVA! è di capovolgere la situazione. Per farlo, occorre che la popolazione venga formata e che le persone superino la paura di intervenire. Un recente sondaggio ha rivelato che meno di un terzo delle persone intervistate è stato in grado di identificare il termine RCP e solo il 14% ha seguito un corso di formazione specifico nell’anno precedente all’intervista. Inoltre, circa l’1% conosceva la frequenza di compressioni toraciche da eseguire, mentre il 2% sapeva quale fosse il corretto rapporto compressioni/ventilazioni. Alla scarsa consapevolezza della popolazione si deve aggiungere la paura a intervenire in particolare ad utilizzare il defibrillatore.
Quindi è importante che il messaggio alla popolazione sia semplice, rassicurante e corretto: le manovre sono semplici e non fanno danni, in caso si veda una persona che presenta un malore improvviso bisogna riconoscere l’emergenza, chiamare i soccorsi, effettuare il massaggio cardiaco e collegare il defibrillatore ed eseguire le istruzioni che questo ci impartisce. IRC (Italian Resuscitation Council), Gruppo Italiano per la Rianimazione Cardiopolmonare, nasce nell’ottobre del 1994 con lo scopo di diffondere la cultura e l’organizzazione della rianimazione cardiopolmonare in Italia. L’associazione coinvolge medici di diverse discipline e infermieri impegnati nel settore della rianimazione cardiopolmonare intra ed extra ospedaliera.
L?IRC ha deciso, quindi, di sostenere e aderire al programma nazionale e europeo VIVA organizzando una serie di corsi per gente comune e non. In particolare, sabato 22 giugno dalle 15.00 alle 17.30, presso il casotto in spiaggia a Punta Penna, Ciro Sperinteo, istruttore I.R.C ed operatore sanitario presso il pronto soccorso e il servizio 118 dell’ospedale San Pio di Vasto, con la collaborazione degli gli infermieri operanti nello stesso presidio, terrà un corso di rianimazione cardio-polmonare (CPR) rivolto a sportivi, turisti e tutti coloro che desiderano partecipare per poter acquisire la manovre basilari della rianimazione cardiopolmonare per adulti e bambini.
Per info sull’iniziativa e sul programma è possibile visitare il sito www.viva2013.it