Solo ieri il sindaco Luciano Lapenna mostrava viva soddisfazione per un altro importante traguardo raggiunto per lo sviluppo dello scalo portuale di Punta Penna, ovvero il parere favorevole con prescrizioni rilasciato dal Consiglio superiore dei Lavori pubblici al nuovo PRG portuale approntato dalla Modimar; a distanza di appena 24 ore, però, l’entusiasmo del primo cittadino deve subire un’autentica doccia ghiacciata da una delle forze che compongono la sua maggioranza di governo, ovvero il Partito della Rifondazione comunista, che attraverso le parole del neo-segretario cittadino Maria Perrone Capano prende le distanze dall’operato e dagli intenti dell’amministrazione di centrosinistra. In un comunicato che esprime forti dubbi e perplessità sulla visione in toto del nuovo PRG portuale si legge
“Questo parere, al contrario di quanto sostiene chi la dà per certa e imminente, non rappresenta la conclusione dell’iter di approvazione del nuovo PRP ma ne rappresenta soltanto uno dei passaggi. Non conosciamo ancora le prescrizioni del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, ma già che abbia chiesto delle modifiche al progetto anni e anni dopo la sua redazione da parte della Modimar e l’avvio dell’iter autorizzativo, dimostra che le perplessità e le obiezioni sollevate in questi anni sono state tutt’altro che inopportune o meramente ideologiche, come sostenuto dai fautori dell’opera”.
E, poi, la Capano torna a ribadire il netto NO di tutto il circolo di Vasto “Sante Petrocelli” del Partito della Rifondazione Comunista al raddoppio dello scalo. “Un Piano di tale portata (economica, ambientale, sociale) avrebbe necessitato, come abbiamo già chiesto sin dal 6 Novembre 2007 in occasione della discussione in Consiglio Comunale (quando chiedemmo il rinvio del punto all’OdG della seduta), “una reale partecipazione e condivisione delle scelte” (anche con la cittadinanza) nell’ottica di perseguire “una crescita della nostra città armonica e che coincida con l’interesse della comunità vastese“, ancor più importante considerando che il Porto di Vasto è “inserito in un contesto ambientale ed archeologico di pregio nazionale facente parte tra l’altro delle aree che la Regione ha individuato per la realizzazione del Parco della Costa Teatina“.
Infine, espone tutte le perplessità di PRC che partono dagli ingenti fondi necessari a portare a realizzazione quanto contemplato dal Piano regolatore “Tutto ciò invece, in questi anni, non è accaduto e si è continuato a voler calare dall’alto un progetto dai dubbi e incerti benefici per alcuni settori economici ma dalle certissime e gravi ripercussioni negative sull’ambiente e sul territorio. Una scelta ancora più grave nel perdurare di una gravissima crisi economica in nome della quale vengono chiusi ospedali, ridotte le pensioni e tagliati tutti i servizi sociali e culturali da parte delle Istituzioni. Per il raddoppio del Porto di Punta Penna saranno necessari almeno 150 milioni di euro. Ammesso che tale somma sia disponibile, saranno somme che verranno tolte ai lavoratori e ai cittadini e che non potranno più essere impegnate per la difesa del lavoro (di cui il Vastese avrebbe drammaticamente bisogno), per la salute, per tutti i servizi sociali e culturali e per la manutenzione delle infrastrutture esistenti (basti pensare al penoso stato di moltissime strade della nostra Provincia”).
Luigi Spadaccini
(spadaccini.luigi@alice.it)