Alla fine di marzo scorso condannammo anche noi con asprezza la decisione assunta dalla Giunta regionale di nominare Giovanna (Vanna) Andreola dirigente dell’Ufficio Stampa dell’Ente. Un provvedimento sul quale si è levato un coro unanime di disapprovazione e di richiesta di immediata revoca che vide tra i principali animatori proprio il presidente dell’OdG d’Abruzzo, Stefano Pallotta, e il segretario del Sindacato dei giornalisti abruzzesi, Franco Farias. Il motivo fondamentale sta nel fatto che la Andreola non è iscritta all’Albo dei Giornalisti come prescritto dalle vigenti leggi regionali e, soprattutto, nazionali, che aggravano la posizione del neo-dirigente, in quanto l’Ufficio edita anche testate e conseguentemente necessita di un direttore responsabile che deve essere obbligatoriamente iscritto all’Albo.
Lascia perplessi il fatto che a distanza di ben tre mesi finalmente qualcuno abbia deciso se non altro di fare chiarezza sulla vicenda e provare ad accogliere le rimostranze della categoria.
L’iniziativa è del consigliere regionale del Centro Democratico Paolo Palomba che ha presentato questa mattina un’interrogazione al Presidente della Giunta regionale, Gianni Chiodi, per conoscere le motivazioni che hanno portato la Regione Abruzzo a nominare alla Direzione della Struttura di Supporto Stampa una persona che non è nemmeno iscritta nell’albo dei giornalisti. “Ci sono scelte che devono rispettare in primo luogo le leggi e poi l’etica – dice Palomba – Non mi è sembrato giusto nominare, in una struttura che ricomprende delle testate giornalistiche una persona che non è iscritta all’Ordine Nazionale dei Giornalisti come richiesto dalla legge n 150 del 7 giugno del 2000. Il comportamento della Regione Abruzzo viene anche criticato da tutto il mondo dell’informazione regionale, e addirittura all’interno della stessa giunta vi sono posizioni critiche ma nonostante questo il governo regionale sembra irremovibile”.
Secondo quanto riportato dallo stesso consigliere del CD, ci sarebbe stato anche il tentativo di un assessore di proporre la revoca della delibera ma sembra che il tentativo sia stato inutile. Continua poi il consigliere : “Se sul piano della legittimità la delibera può essere valida, su quello della economicità e dell’etica ne viene un danno per la nostra Regione. Oltretutto la struttura ricomprende delle testate giornalistiche per cui necessitano un direttore iscritto all’albo, quindi ci sarebbe una duplicazione di responsabilità e soprattutto di costi tutto questo senza parlare della opportunità etica di questa promozione”.
Lu. Spa.