Sulla vertenza Golden Lady da mesi stiamo assistendo a un rimpallo di responsabilità perlomeno preoccupante. E intano quasi 400 lavoratori vedono ogni giorno che passa cancellare le proprie speranze occupazionali in quella Valsinello che pare ormai l’ombra di se stessa avvinta com’è dagli strali della crisi e dalla capacità di pensare a un piano di riconversione generalizzata e coordinata di tutta l’area produttiva.
Nel gioco al massacro che è cominciato qualche mese fa, dopo che sono venuti a mancare gli impegni assunti dalle varie parti interessate, a cominciare da Silda Invest e New Trade oggi è la volta di Rifondazione comunista mettere a terra le proprie carte con una pesante accusa rivolta alla Regione Abruzzo, la cui “assenza nelle vertenze di lavoro ha raggiunto da tempo un livello scandaloso”.
Sono Maurizio Acerbo, consigliere regionale, e Carmine Tomeo, responsabile settore Lavoro di PRC Abruzzo ad affondare i colpi.
“Lunedì 17 giugno si è oltrepassato il limite della vergogna – si legge in una nota congiunta – Lo scorso lunedì, presso il ministero dello Sviluppo Economico a Roma, si è discusso della fallita riconversione Golden Lady. Una vertenza travagliata, drammatica ed al limite del grottesco, che ha coinvolto quasi 400 lavoratrici e lavoratori di un’area industriale depressa e che dopo anni non trova soluzione. Centinaia di persone non sono state ricollocate per diverse responsabilità”.
E giù con l’elenco dei rei. “Del governo nazionale, che non ha posto alcun controllo sulla fase di riconversione dello stabilimento Golden Lady, sulla quale sono intervenute due aziende: la Silda Invest e la New Trade. Inoltre, il governo Monti, che mesi fa condusse la trattativa per la riconversione, da un giorno all’altro ha sottratto i fondi previsti per la formazione on the job, con il voto favorevole di PD e PDL, non permettendo la piena ricollocazione in Silda Invest dei dipendenti Golden Lady. Responsabile della situazione odierna è anche la New Trade, che con un atteggiamento che più volte abbiamo condannato, ha potuto finora licenziare e chiudere la fabbrica a propria discrezione, senza che le istituzioni, e quindi anche la Regione Abruzzo, si siano sentiti in dovere di proferire parola. È bene ricordare che la New Trade avrebbe dovuto ricollocare oltre 100 dipendenti Golden Lady, ma che allo stato attuale poco più di dieci lavorano per quell’azienda”.
Acerbo, quindi, rincara la dose sollevando anche la questione della mancata risposta a un’interrogazione sulla vicenda da lui presentata. “Abbiamo depositato un’interrogazione alla quale, dopo sei mesi, la Regione non si è ancora degnata di dare risposta. Eppure non ci meravigliamo, visto che la Regione Abruzzo, come denunciano giustamente le lavoratrici ed i lavoratori coinvolti nella vertenza, non è stata capace nemmeno di fare un minimo di monitoraggio sulla riconversione”.
Rifondazione comunista lamenta anche l’assenza di confronto tra Regione e lavoratori coinvolti sul caso Golden Lady come su altre vertenze, lavoratori “che non perdono occasione per ricordargli il loro dramma. Ultimo di tanti casi, la vistosa presenza di dipendenti Golden Lady all’inaugurazione del rifacimento del centro storico di Villalfonsina, dove Gianni Chiodi aveva fatto la sua abituale passerella. Con l’ennesima assenza della Regione Abruzzo al confronto sulla vertenza Golden Lady, registrato lo scorso lunedì al ministero dello Sviluppo Economico, si è data l’ennesima prova dell’incapacità della giunta di Gianni Chiodi a risollevare le sorti di un Abruzzo che dall’inizio della crisi ha perso 10.000 posti di lavoro”.