È stato un Consiglio comunale in adunanza aperta e monotematica quello celebrato ieri nel teatro comunale A. Di Jorio di Atessa con all’Ordine del giorno il riassetto sanitario del territorio frentano vastese. Dopo i saluti di rito del sindaco, Nicola Cicchitti, e del presidente del Consiglio comunale, Rocco Menna, molti sono stati gli interventi che si sono succeduti e che hanno posto sul tavolo molte problematiche correlate al futuro della sanità nella provincia teatina. Il tutto alla presenza del direttore generale della Asl 02 Francesco Zavattaro, oltre che del presidente della Povincia Enrico Di Giuseppantonio, di Luciano D’Alfonso, dei consiglieri regionali Antonio Prospero e Camillo D’Alessandro, dei coordinatori regionali e provinciali del Pd Silvio Paolucci e Camillo Di Giuseppe, dell’assessore regionale Luigi De Fanis, dell’assessore vastese Mario Olivieri e quello di Lanciano Evandro Tascione.
Il futuro dell’ospedale atessano, la nascita di un ospedale comprensoriale, la riorganizzazione delle attività sanitarie, l’insufficienza dell’assistenza sanitaria e del personale, i distretti sanitari, il nuovo ospedale di Vasto: sono solo alcune delle tematiche sollecitate dagli amministratori del piccolo centro frentano, dai sindaci di Fossacesia, Casoli, Perano e Casalbordino, dai rappresentanti sindacali dell’Anaoo e della Cisl, dagli operatori cui il manager della Asl ha dovuto dare risposte.
Eppure tra gli interventi più attesi è parso quello del sindaco di Vasto più volte sollecitato da chi ha preso la parola. E Luciano Lapenna non ha perso l’occasione di rivendicare il ruolo centrale di Vasto nell’assistenza sanitaria. Il primo cittadino ha rimproverato ai vertici dell a Asl presenti (oltre a Zavattaro era presente anche il direttore sanitario Pasquale Flacco) ancora una volta gli eccessivi tagli che hanno colpiti i nosocomi del teatino “solo in Provincia di Chieti abbiamo dovuto assistere – ha detto Lapenna – alla chiusura di ben 2 ospedali (Gissi e Casoli, ndr) e mezzo (Guardiagrele, ndr) cosa che non si è vista in nessuna altra Asl. Solo in Provincia di Chieti abbiamo avuto pesanti tagli di posti letto e unità operative. Tutto questo era necessario ed è stato fatto, ma ora basta” – ha aggiunto perentoriamente. “Chiediamo una ripartizione più equa degli stanziamenti per la sanità oggi concentrati nell’area Chieti-Pescara e nel teramano; riteniamo che l’emodinamica sia fondamentale per garantire una adeguata risposta alle emergenze”. E di fronte alle illazioni di Remo Bello, sindaco di Casalbordino, circa le scelte e la collocazione eventuale del nuovo ospedale vastese in quel di Pozzitello, Lapenna ha chiesto rispetto per le attività e le decisioni del Consiglio comunale di Vasto di qualunque colore sia stato. “Il nuovo ospedale di Vasto rappresenta una grande opportunità anche perché è un ospedale di confine e chiediamo che venga finalmente realizzato”.
Non poteva esimersi dal rispondere alle varie questioni Zavattaro, che dopo aver snocciolato il suo pensiero su assistenza e emergenza, che ruota intorno ai concetti di hub e spoke, e ribadito quanto esplicitato nell’atto aziendale di recente approvato e adottato, è sceso più nei dettagli innanzitutto annunciando che l’ospedale di Atessa non verrà chiuso, ma convertito in struttura riabilitativa polivalente, di fatto cancellando medicina, chirurgia e via dicendo. Ha aggiunto che il piano dei 5 nuovi ospedali abruzzesi (Vasto, Lanciano, Sulmona, Avezzano e Giulianova) è stato approvato e il Governo sta solo cercando il modo di rifinanziare l’ex articolo 20. Secondo il manager, fonti molto attendibili a lui vicine confermerebbero che i soldi ci sono ed entro pochi mesi si potrà procedere all’iter aggiudicatorio. In 18 mesi bisognerà presentare il progetto, espletare i bandi e aggiudicare i lavori e, quindi, saranno i soli Comuni a rientrare in questi termini ad ottenere i finanziamenti necessari.
Con piena soddisfazione di Lapenna: “Vasto è l’unico Comune che ha già ora tutte le carte in regola per accedere ai finanziamenti”.
Dunque, secondo le previsioni di Zavattaro, Vasto avrà il suo ospedale, mentre Lanciano dovrebbe cederlo per crearne uno solo in Valdisangro di circa 300 posti letto il cui studio è già in fase avanzata. Ma la città frentana mostra più di una qualche ritrosìa a subire questa traslazione del Floraspe Renzetti, per la cui struttura attuale proprio il direttore generale della ASL ha usato parole molto dure definendo antieconomico una sua eventuale ristrutturazione che dovrebbe essere davvero radicale.
Intanto quest’oggi Luciano Lapenna è tornato alla carica direttamente in quel di Roma dove è tornato a chiedere i fondi per portare a compimento quella che rischia di divenire una chimera, ovvero la realizzazione del nuovo S. Pio.
Luigi Spadaccini
(spadaccini.luigi@alice.it)