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INPS sulla via della privatizzazione?

inpsLa scure della spending review non ha risparmiato nemmeno l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, anzi ha operato come forse non è accaduto in nessun altro capitolo di spesa dello Stato determinando condizioni di lavoro al limite. 553 milioni di euro di tagli su di un totale di circa 1 miliardo e 100 milioni di spese; riduzione del personale di 3600 unità di cui una trentina nel chietino questi i dati snocciolati da Cgil, Cisl, Uil, e Cisal cui i dipendenti dell’INPS di Chieti, Lanciano e Vasto hanno chiesto di proclamare lo stato di agitazione del personale.

Nel raggio di azione dei tagli sono finite anche le risorse necessarie a condurre la lotta all’evasione dei versamenti contributivi e la corresponsione delle prestazioni a pensionati, disoccupati, cassintegrati e mobilitati

“In questi ultimi anni – dicono organizzazioni sindacali – le politiche finanziare dei vari Governi hanno, di fatto, creato una barriera fra l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale ed i cittadini con l’obbligo assoluto di presentare qualsiasi richiesta solo telematicamente e costringendo la gran parte degli utenti a rivolgersi a intermediari, con la chiusura degli sportelli pomeridiani in tutte le Sedi, con il mancato invio dei CUD a pensionati e lavoratori assistiti spingendoli, quindi, verso i Patronati ed affini, con la riduzione del 50% delle spese per carta, toner, stampanti e via dicendo. Se a questo aggiungiamo l’abolizione delle visite fiscali anche a campione, e la riduzione dei controlli e tutto quello che ancora dovrà venire abbiamo un quadro ben delineato di una volontà di non far funzionare l’Istituto e portarlo verso una privatizzazione che a quel punto sarà indolore”.

L’allarme, però, è ancora più complesso perché interessa l’eccessiva esternalizzazione dei servizi che determinano un aumento dei costi e che anticiperebbero la volontà, dunque, di privatizzare il sistema pensionistico italiano.

Ecco allora che i sindacati hanno deciso di recepire l’invito del personale INPS dando inizio allo stato di agitazione con brevi assemblee quotidiane nei locali aperti al pubblico con il chiaro intento di sensibilizzare gli utenti su quanto sta succedendo all’ente che rischia il collasso.

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