Nuova bocciatura per la Regione Abruzzo dopo quelle registrate nelle settimane scorsa per mano della Corte costituzionale. Stavolta è stato il Tribunale Amministrativo Regionale de L’Aquila a pronunciare quella che le associazioni ambientaliste hanno definito come “sentenza storica” bocciando, di fatto, tutto l’impianto del calendario venatorio 2012-13 approntato a Palazzo Silone. Passaggio cruciale della sentenza dei togati amministrativi è la mancata adeguata tutela dell’orso marsicano non provvedendo ad adottare normative più stringenti per quelle aree in cui è maggiore la presenza dei grossi plantigradi, un pronunciamento che avviene proprio in un momento in cui si piange l’uccisione di uno dei simboli del Parco nazionale, ovvero l’orso Stefano.
In realtà sono ben 12, dei 16 punti sui quali il WWF aveva presentato ricorso, quelli accolti dal TAR. In particolare, esso rimprovera alla Regione di non essersi ancora dotata di un regolare Piano Faunistico Venatorio, compromettendo il corretto svolgimento della pratica venatoria; di aver disatteso il parere contrario dell’Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione dell’Ambiente alla dilatazione del periodo di caccia per quasi tutte le specie; di aver illegittimamente concesso la pre-apertura per alcune specie e l’addestramento cani in un periodo non idoneo; di non aver assoggettato il calendario venatorio a Valutazione di Incidenza Ambientale e non aver individuato nei Siti di Interesse Comunitario e nelle Zone di Protezione Speciale punti di migrazione in cui vietare la caccia; di aver varato il calendario venatorio ben oltre il 15 giugno, anzi di averlo fatto a pochi giorni dall’avvio della stagione venatoria, di fatto inficiando la possibilità per chiunque di opporsi legalmente al provvedimento; di aver sub-delegato alle Province la possibilità di allungare a febbraio la stagione venatoria in violazione palese delle norme che impongono una gestione coordinata del prelievo; di aver reso possibile illegittimamente l’uso delle munizioni di piombo.