Che il percorso intrapreso da Fabio Giangiacomo potesse costituire solo il primo tassello di una possibile diaspora verso le posizioni renziane era ipotizzabile; così come era possibile immaginare che su un carro così appetitoso potessero salire soprattutto coloro che negli ultimi anni sono stati messi un po’ all’angolo del Partito Democratico vastese. I sentori c’erano tutti già dall’assemblea di ratifica del coordinamento cittadino e poi la certificazione nelle ultime settimane con un burrascoso incontro al Gulliver Center cui ha fatto seguito il clamoroso gesto di Nicolangelo D’Adamo che rimetteva nelle mani del direttivo il suo incarico di presidente vastese del PD.
Ed è proprio la voce di D’Adamo la prima a levarsi in favore della decisione di Giangiacomo, anticipando un suo possibile approdo a una scelta analoga e facendo propri alcuni passaggi del documento con cui l’ex presidente del Coasiv ufficializzava il suo ingresso nel comitato pro Renzi.
Se da una parte l’ex presidente dei democratici vastesi ribadisce la necessità di trovare soluzioni alla disoccupazione giovanile, al caso Golden Lady (ma perché nessuno parla di SiderVasto, NSG Pilkington e via dicendo, ndr), alla tutela dell’ospedale S. Pio, dall’altra sferra un attacco deciso alla sinistra estrema quando scrive “Ben venga allora quel Patto per il Territorio, di cui poco si parla, che tenga in massimo conto innanzitutto lo sviluppo del Piano Regolatore del Porto per fornire all’imprenditoria locale un supporto logistico di fondamentale importanza. Il progetto purtroppo non riesce a decollare anche a causa delle incredibili e retrive resistenze all’interno dell’attuale maggioranza”.
Come se lo smarcamento dal PD di Legnini e Paolucci consenta a D’Adamo di togliersi più di un sassolino dalle scarpe. E, infatti, non finisce qui perché nel suo pure breve comunicato l’ex dirigente scolastico non si lascia scappare l’occasione per alzare la mira e lanciare un macigno in casa PD: “Ben venga allora un Circolo Pro Renzi – scrive ancora – ovvero a favore di una linea politica che si spera di profonda innovazione all’interno del PD e domani, magari, a livello governativo. Con un generale ricambio anche degli uomini che dovranno guidare la rinascita di questo territorio, finalmente interessati alle nuove politiche di sviluppo della nostra Terra e un po’ meno all’organigramma del Partito”.
Staremo ora a vedere cosa faranno gli altri “vecchi” condottieri del PD vastese a cominciare da quelli che hanno deciso di non ricandidarsi alle ultime comunali come Giangiacomo e D’Adamo. Intanto si gonfiano le fila di quel fronte che dovrebbe consentire a Domenico Molino una candidatura certa alle regionali in quota Renzi, ma i cavalli sono tanti e i posti ancora troppo pochi.
Lu. Spa.