I preparativi per la corsa alle regionali sono in fermento e tra una spallata e l’altra i giochi si sono aperti. In questa ottica rientra l’ufficializzazione dell’attività del Comitato pro Renzi costituitosi a Vasto il 20 settembre 2012 e che fino a oggi non abbiamo praticamente mai sentito, ma, che, all’improvviso sembra catalizzare gli interessi di una parte del Partito Democratico che sembrava quasi relegata nel dimenticatoio nonostante l’importanza rivestita in questi anni di successi elettorali del centrosinistra vastese.
L’approdo di Fabio Giangiacomo, per due consigliature nell’Aula Vennitti anche come capogruppo del PD ed ex presidente del Coasiv, ad “Adesso Partecipo Vasto” rappresenta un’ulteriore consacrazione di quella che pare una lacerazione evidente tra il vecchio gotha democratico e il nuovo che avanza e suona come un ritorno in campo di colui che seppur per breve tempo era stato accreditato di un assessorato esterno all’indomani della crisi innescata dal Partito Socialista. Nel suo comunicato di adesione al sodalizio vastese, alla cui guida troviamo il direttivo formato da Luigi Celenza (coordinatore), Anna Margareth Ciccotosto (vice-coordinatore) ed Ezio Di Santo (tesoriere), Giangiacomo non lesina attacchi velati al management del partito tanto da arrivare a dire, a proposito di occupazione e Golden Lady, che “In questo quadro, il futuro del P.D. rappresenta , in ogni caso, un elemento decisivo per aprire una nuova fase fatta però di competenza, concretezza e serietà”. E non solo. L’ex presidente del Consorzio industriale invoca “un approccio diverso alla politica che riguarda non solo i contenuti, ma anche il metodo di lavoro e di coinvolgimento. Nel nostro comprensorio si parla troppo di nomi e possibili cariche senza che questo venga accompagnato da un partecipato disegno programmatico che riavvicini i cittadini alla politica”.
Ed allora, se questi sono i presupposti almeno sulla carta, la scelta di appoggiare Matteo Renzi al Congresso nazionale del Partito Democratico, e di riflesso Domenico Molino, alfiere dei renziani in Consiglio comunale e pressoché sicuro candidato alle regionali, appare una strada scontata, anche perché per l’avvocato “la scelta di Renzi appare quella che meglio intercetta questa necessità di innovazione e insieme di partecipazione e concretezza”.
Resta da vedere se questa traslazione da un fronte all’altro non possa rappresentare anche una sorta di rivalsa dopo la decisione di non correre alle ultime consultazioni comunali e non possa costituire un buon viatico anche per altri spostamenti nella medesima direzione.
Lu. Spa.