Nelle ultime settimane ha rappresentato un po’ il CASO della politica vastese. I continui assalti alla sua poltrona nell’aula “Vennitti” da parte dei vertici locali dell’Italia dei Valori hanno portato Corrado Sabatini al centro delle cronache giornalistiche forse come non mai. Abbiamo deciso di incontrarlo per disegnare un quadro preciso almeno della sua posizione non disdegnando un tuffo nella politica locale.
Sicuramente in questo momento è uno dei politici maggiormente sotto i riflettori per tutto quello che sta accadendo. Che effetto le fa? Un brutto effetto, perché chiaramente è un’esperienza che non volevo passare quella di andare a finire sotto i riflettori per questioni che non c’entrano niente con il Consiglio comunale. Sono situazioni che si sono create per effetto della mia professione. Mi sta facendo un brutto effetto anche perché vedo della cattiveria in giro anche su queste cose.
I vertici dell’IdV vastese hanno chiesto dapprima la sua surroga per un problema di assenteismo. Qual è stata la sua risposta a quelle insinuazioni? Quella dell’assenteismo è una questione che fa ridere perché in realtà mi doveva essere contestato al momento in cui è avvenuto. Oltretutto penso che non sia neanche avvenuto perché nel conteggio è stata inclusa anche la prima convocazione del Consiglio comunale e questa mi sembra una cosa assurda anche perché alla prima seduta non ci va nessuno. Facendo i conteggi in questo modo un po’ fantasioso occorre che tu non vada a un Consiglio comunale per un motivo qualsiasi che sei fuori automaticamente dal Consiglio.
Poi il punto nodale della questione dell’incompatibilità perché secondo i vertici dell’IdV avrebbe dei contenziosi legali con il Comune. I contenziosi legali sono sotto gli occhi di tutti perché oramai una volta che c’è un ricorso al TAR è un atto pubblico e quindi diviene a conoscenza di tutti. Il primo problema che nasce, soprattutto per una mia riflessione, è che quando è stata chiamata la causa, che è stata già fatta il 20 giugno, è stata chiamata la mia società, la FC Costruzioni, di cui io attualmente sono soltanto un semplice socio, è una S.r.l. e non sono più amministratore, contro il ministero dei Beni culturali, non contro il Comune di Vasto, e già questo è un primo punto che secondo me è a mio favore. Ed ho sempre sostenuto questo, che il Comune ci sta dentro di riflesso. Perché in merito alla richiesta di una variante, il Comune mi ha dato la compatibilità urbanistica, ma per una Legge del 1939, quella dei fini paesaggistici, è i Beni ambientali che non mi ha concesso la variante in corso d’opera e non avendomelo dato il ministero l’autorità urbanistica è stata costretta a negarmi la variante in quanto il ministero è Ente superiore. Però la compatibilità urbanistica, in realtà, gli Uffici comunali già me l’avevano data. Quindi, ribadisco, il mio ricorso non è contro il Comune, ma contro il ministero e, oltretutto, sostengo che lì non ci passa neanche il vincolo paesaggistico del 1939 soltanto descrittivo, senza mappe né riferimento.
L’altro aspetto che l’incompatibilità nasce nel momento in cui sono consigliere comunale e amministratore di una società: sarebbe come se uno fa da controllato e controllore della propria situazione. In realtà anche questo non è così perché non è Corrado Sabatini che ha ricorso al TAR, ma è la società edile FC Costruzioni di cui io sono un socio e ci stanno delle sentenze, fornite dal mio legale e depositate in Comune, dove tutti i casi analoghi sono stati rigettati in quanto l’Ente giuridico è differente dall’entità fisica.
Detto questo facciamo un tuffo nella politica. La cosa che balza subito agli occhi è che Corrado Sabatini e Eliana Menna sono stati i fautori della prima scissione dell’IdV vastese, della prima ribellione contro i vertici. Sono stati coloro che hanno creato un secondo circolo vastese. Da allora che cos’è cambiato? Anche questo va precisato meglio. Con Eliana Menna, l’attuale segretario facente funzioni ed altri abbiamo cercato di fare questo circolo perché nello statuto dell’IdV era previsto che si potessero fare dei circoli monotematici. Noi volevamo farne uno perché era nata una discrepanza con l’allora segretario cittadino che era Alfredo Bontempo, però niente di che, non ci fu neanche autorizzato, questa cosa non si fece neanche. Però la cosa che, diciamo, mi fa più male è un’altra. La mia storia è una storia socialista, partito al quale sono rimasto legato fino a oltre il 2000, quando, prima della prima campagna elettorale che portò Luciano Lapenna a fare il sindaco di Vasto, mi ricordo che ci fu una discussione molto accesa con Lamberto Quarta e Camillo Cesaroni e siccome non avevo voglia di discutere su cose che non mi appartenevano decisi di uscire dal PSI. Entrai nell’IdV perché fui chiamato da Paolo Palomba, anche lui era socialista, a essere candidato a quella campagna elettorale. Lo feci soprattutto per una questione di rivalsa nei confronti di Quarta e Cesaroni e fui il secondo degli eletti dietro a FrancescoPaolo D’Adamo. E allora quando ci riunivamo lo facevamo in qualche bar o ristorante perché eravamo 6-7 persone. Successivamente ho cercato di dare al partito una parvenza di organizzazione e di struttura e siamo riusciti ad arrivare a 80 iscritti, ad avere una sede al centro di Vasto che io con altri pagavamo, perché io allora, nel frattempo, ero diventato anche assessore ai Lavori pubblici. Il fatto che io abbia dato tanto a questo partito, e comunque anche il partito mi ha dato tanto perché senza il valore aggiunto del partito non vieni eletto, e ora mi abbiano ripagato con questa moneta mi dispiace molto e mi da profondamente fastidio. Ma d’altronde come disse Dino Zoff, “quando un nobile decade anche lo stalliere lo prende a calci in faccia”.
Sono 7 anni che lei fa parte di questa Amministrazione. Ha fatto l’assessore, adesso il consigliere. Se dovesse dare un giudizio che cosa vorrebbe rimproverare e che cosa ha apprezzato della gestione Lapenna? L’entusiasmo che ho avuto nel momento della prima elezione sicuramente non ce l’ho adesso. Entusiasmo perché si veniva da una storia profondamente di destra come amministrazione di questa città. Vasto è sempre stata amministrata dal dopoguerra a quando siamo arrivati noi dalla Democrazia Cristiana e poi dalla Destra di Tagliente e Pietrocola e noi fummo la prima Amministrazione di centrosinistra. Però, io, nella mia professione mi sono sempre interessato di urbanistica e, quindi, mi sono sforzato di far capire agli altri che andava rifatto lo strumento urbanistico. Cosa che ad oggi non ci siamo riusciti. Se abbiamo tanto lavoro da parte dei magistrati nel sequestrare i cantieri vuol dire che abbiamo un Piano regolatore oramai datato che non è in linea con i tempi moderni e che ha consentito di costruire senza prima pensare alla realizzazione dei servizi necessari.
E che cosa vede di positivo nell’operato di questa Amministrazione? Qualcosa si è fatto a cominciare dalla riorganizzazione degli uffici comunali con i dipendenti che sono passati da quasi 300 a 180 circa e la razionalizzazione degli incarichi dirigenziali. Qualcosa di positivo si è fatto. Purtroppo oggi non si hanno a disposizione gli strumenti per fare. Molte volte le colpe vengono date al sindaco, ma molte volte il sindaco si trova anche con le mani legate.
Lei si interessa anche per lavoro di Urbanistica, un settore spesso finito al centro delle polemiche. Che cosa non funziona il quel Settore, che cosa si potrebbe fare dal momento che molti l’accusano di aver di fatto bloccato le attività edili nella nostra città? Ti rispondo da tecnico e non da politico. Noi abbiamo un piano regolatore che è stato approvato in via definitiva nel 2000, nato come idea nel ’94-’95 con delle prescrizioni della Provincia, dove ero anch’io, perché avevamo visto già da allora che si trattava di un PRG di quantità e non di qualità e comunque esistevano strumenti pluriennali di attuazione che quantomeno cercavano di tamponare una situazione oggettivamente critica. Non è che non si costruisce più perché l’Ufficio urbanistico non rilascia le concessioni. Secondo me è vero il contrario: non si costruisce più perché non sai a chi vendere gli appartamenti.
Quindi non esiste una inefficienza del servizio del Settore urbanistico come qualcuno afferma? L’ufficio Urbanistica come sta oggi non è una questione di uomini, ma è una questione di idee. Gli uomini sono esecutori di una cosa che è già scritta. Che lì siano lenti a rilasciare le concessioni può anche essere vero, ma non sono lenti soltanto là sono lenti dappertutto in Italia perché il problema grosso dell’Italia è la burocrazia. Poi secondo me andava creato un ufficio ad hoc per il Piano regolatore che studiasse l’attuazione del medesimo e sostenevo che si poteva fare un Piano regolatore a volume zero, ovvero andare a individuare le criticità di questo piano, andare a individuare le zone non realizzate, prendere queste volumetrie e spostarle in altre zone.
Ci avviciniamo alle regionali. Stiamo assistendo a schermaglie tutti i giorni. Probabilmente ci saranno delle conseguenze sull’assetto dell’Amministrazione comunale. Dobbiamo aspettarci una nuova crisi? Crisi non se ne vedono all’orizzonte. Per poter mettere in crisi un’Amministrazione intanto l’opposizione deve essere compatta. Oggi l’opposizione che c’è a Vasto non è unita…anzi è molto più unita la maggioranza. Anche se in apparenza sembra molto vivace nei momenti critici trova sempre la compattezza e l’unità a differenza della destra che a Vasto è un po’ disgregata.
E Corrado Sabatini che farà? No no io non sarò candidato. Io ho finito con la politica e sto dando una mano a degli amici.
Luigi Spadaccini
(spadaccini.luigi@alice.it)