Anche l’incontro di ieri pomeriggio al Ministero dello Sviluppo Economico sembra aver prodotto una fumata grigia sul futuro incerto dei lavoratori della Golden Lady della Valsinello.
Al summit, che aveva carattere operativo, erano presenti oltre ai dirigenti del dicastero, l’assessore regionale alle Politiche Attive del Lavoro, Paolo Gatti, i rappresentanti della Golden Lady, della Wollo e anche della Silda Invest, nonostante che attraverso i propri legali avessero annunciato la volontà di disertare il summit romano. Assenti, perché non invitati, il presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, e il sindaco di Gissi, Nicola Marisi; ma anche il senatore Gianluca Castaldi e l’onorevole Maria Amato, che pure si erano recati all’incontro, non vi hanno potuto partecipare proprio per la sua natura tecnica. Trattamento diversificato per i rappresentanti sindacali che hanno incontrato il solo direttore Giampietro Castano senza, quindi, avere l’opportunità di confrontarsi con le altre parti in causa. Domattina intorno alle 10.00, dinanzi ai cancelli dello stabilimento gissano dove continuano i presidi dei lavoratori, le OO.SS illustreranno quanto emerso dal confronto col funzionario del MISE.
Intanto l’unica voce che finora si è levata a margine dell’incontro è quella del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanni Legnini che ha detto a chiare lettere: “La gravità della vicenda della riconversione industriale della Golden Lady è emersa negli incontri separati che si sono tenuti questo pomeriggio al Ministero dello Sviluppo economico, ai quali ho partecipato. Occorre, in primo luogo, che la Silda paghi, con urgenza, i lavoratori”
E, poi, sulla scia di quanto espresso anche da altre parti in queste settimane, a cominciare dalla class action invocata dal presidente della Commissione Lavoro della Regione, Nicola Argirò, ha aggiunto “occorre che si riapra un confronto che comprenda anche la Golden Lady, per verificare chi è stato inadempiente agli impegni a suo tempo assunti in sede ministeriale e cosa è possibile fare per riprendere la via di una nuova riconversione”.
Intanto, sul processo di riconversione si è abbattuta un’altra mannaia stavolta in capo alla New Trade. Lo stabile in cui l’azienda viene ospitata in Valsinello è stata oggetto di controlli effettuati, su disposizione della Direzione distrettuale antimafia di Firenze, da agenti del Corpo Forestale dello Stato e funzionari dell’Agenzia per le dogane. Le indagini sarebbero inerenti un presunto traffico di rifiuti plastici verso la Cina e di abiti usati che, dopo essere stati raccolti dalle organizzazioni umanitarie, grazie a documentazioni false, venivano smistati in nord Africa o nel mercato dell’usato italiano senza subire alcun trattamento. 120 luoghi, 30 aziende e 60 persone sono finite nel mirino degli inquirenti.