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Videosorveglianza, la parola all’assessore Marco Marra

l'assessore Marra
l’assessore Marra

E sulla questione videosorveglianza non poteva mancare l’apporto di colui che più di ogni altro è stato chiamato in causa, ovvero l’assessore Marco Marra, la cui posizione non poteva discostarsi da quella dei “compagni” di partito.

“In merito al progetto di videosorveglianza – scrive Marra in un comunicato – dopo il voto contrario della consigliera Paola Cianci, ho sentito riflessioni da più parti politiche che mettono in evidenza una contraddizione politica per il mio ruolo da assessore ai Lavori Pubblici che ha portato avanti (o indietro, secondo qualcuno) il progetto sulla videosorveglianza. E’ bene quindi fare chiarezza. Come delegato ai Lavori Pubblici era mio compito predisporre il Programma Triennale delle Opere Pubbliche che segue un indirizzo di Consiglio Comunale e, come ha ben chiarito la consigliera Paola Cianci, tale programma è formato da decine e decine di opere pubbliche su cui la maggioranza è chiamata a fare sintesi per la suo approvazione in sede di bilancio di previsione. La sintesi avviene, come è normale che sia, con il compromesso che tutta la maggioranza raggiunge e non è lo specchio di una singola forza politica. Bocciare il programma vuol dire bocciare tutte le priorità che la maggioranza si vuole dare ed è assurdo.

Ribadito ciò, da assessore ai Lavori Pubblici ho seguito il progetto limitatamente al suo inserimento nel Programma Triennale delle OO PP, rivedendone anche i costi come da indirizzo dei consiglieri di maggioranza. Il mio ruolo esecutivo si fermava a questo atto ed era mio dovere istituzionale adempierne. La fase esecutiva del progetto è compito che spetta all’assessore alla Polizia Municipale, allora Mario Olivieri e oggi il Sindaco stesso.

Accusarmi quindi di averne ritardato l’iter appositamente, come qualcuno ha scritto, o di essere in contraddizione con il mio partito è totalmente falso”.

Un secondo passaggio cruciale l’assessore Marra è dedicato al ribadire i perché della sua contrarietà al progetto come approntato.

“Nonostante la sua popolarità nell’opinione pubblica, per onesta politica ho sempre esternalizzato le mie perplessità sull’efficacia della videosorveglianza come deterrente per i reati e ho sempre fatto presente che il progetto, redatto secondo le indicazioni della prefettura stessa, non prevede videocamere nei vicoli del centro storico o in altri luoghi isolati dove più frequentemente si verificano atti di microcriminalità o di danno al patrimonio.

Unica videosorveglianza che reputo efficace è quella nelle aree soggette a discariche abusive ed anche la lettura ottica delle targhe per le infrazioni nelle Zone a Traffico Limitato ma è bene che si sappia che entrambi questi servizi non sono contemplati nel progetto da 600 mila euro”.

Infine, non poteva mancare una risposta piccata all’affondo di Del Casale e Menna riproponendo alcuni stralci di quelle divisioni che sono appartenute al PD  ormai già dalla prima amministrazione di centrosinistra.

“Le esigenze per una città di 42 mila abitanti sono tantissime, pensare che una maggioranza abbia un’unanimità di intenti su tutto non è politicamente umano e non appartiene al concetto reale di democrazia. Fa sorridere che il segretario e il capogruppo del PD sottolineano contraddizioni tra Rifondazione il suo assessore, quando all’interno del loro stesso gruppo consiliare difficilmente si trova l’unanimità del voto soprattutto per provvedimenti politicamente più importanti, come il bilancio consuntivo”.

Ultimo capitolo per tranquillizzare coloro che vedono nella nuova querelle la miccia per innescare una nuova crisi della maggioranza che governa la città. “In ultimo tranquillizzo chi paventa (o si augura) la crisi di questa maggioranza davanti a questo voto contrario. Siamo seri, ci sono provvedimenti e progetti condivisi che dobbiamo portare avanti per il bene della collettività. Fin quando i presupposti politici reggono, andiamo avanti con l’impegno e la serietà che abbiamo sempre dimostrato”.

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