E si accende il dibattito sull’autorizzazione concessa dal MISE a tre aziende petrolifere per avviare la fase di prospezione e ricerca di giacimenti petroliferi nel teramano.
”Vanno immediatamente fermate e scongiurate tutte le attività di ricerca di idrocarburi in Abruzzo e nel teramano. Come più volte abbiamo sostenuto la vocazione dei nostri territori è incompatibile con qualsivoglia attività di ricerca, introspezione e perforazione di idrocarburi”. Lo affermano in una nota i consiglieri abruzzesi del Pd, Claudio Ruffini e Giuseppe Di Luca.
In particolare, i due esponenti dei democratici del teramano rilevano come tali tipologie di attività siano incompatibili con le zone di pregio ambientale dei comuni interessati nel teramano, dove tra l’altro insistono numerose colture di pregio come vigneti ed uliveti. ”Abbiamo predisposto un’interrogazione urgente al Presidente Chiodi – aggiungono Di Luca e Ruffini – per sapere cosa intende fare la regione Abruzzo per contrastare questa autorizzazione. Ricordiamo ancora le parole di Chiodi nell’affermare che la nostra regione non si trasformerà mai in un distretto petrolifero. Adesso è giunto il momento di passare dalle parole ai fatti: Chiodi intervenga per bloccare l’autorizzazione”.
I due consiglieri anticipano la volontà di affiancare e sostenere tutte ”le iniziative messe in campo dai comuni al fine di presentare numerosi ricorsi al Tar, azioni necessarie per fermare giuridicamente gli effetti dell’autorizzazioni ministeriali”
In vista di un’animata campagna elettorale per il rinnovo delle cariche all’Emiciclo torna in auge uno degli argomenti certamente più scottanti che potrebbe avere grande peso nella diatriba senza esclusione di colpi che si preannuncia alle porte.
Una questione da tenere sotto osservazione da ogni parte dell’Abruzzo, perché potrebbe avere ripercussioni notevoli anche su altre vicende che vedono interessati più da vicino anche la provincia teatina e il vastese.