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Credito alle imprese, primo trimestre 2013 da incubo

SoldiMai così male, da dieci anni, il credito abruzzese che perde, nel primo trimestre del 2013, ben 306 milioni, a tutto svantaggio di attività produttive e famiglie. Con le piccole banche, per la prima volta dal 2010, al di sotto della media nazionale del settore. Lo rivela uno studio realizzato da Aldo Ronci per la Cna regionale, sul primo trimestre del 2013. A fare le spese di questa ennesima dimostrazione di quanto il credit crunch mini alla base il nostro sistema produttivo, secondo i dati diffusi dalla Banca d’Italia, sono soprattutto le imprese, con ben 254 milioni di euro in meno erogato, con penalizzazioni a raffica per tutti i settori: in particolare l’industria (-115 milioni), l’edilizia (-58) e i servizi (-60), le famiglie produttrici (artigiani, commercianti e micro imprese fino a tre dipendenti, ndr) con -17.  In percentuale, la variazione negativa – sempre per quel che riguarda il mondo delle imprese – è stata dell’1,62%, cifra nettamente superiore alla media nazionale (-1,12).

Sul piano territoriale, il  decremento del credito alle imprese è stato pesante ed omogeneo, con punte massime a Chieti e Teramo (-75; -70) e leggermente più contenute all’Aquila (-53) e Pescara (-56). Anche in questo caso, valori percentuali medi nettamente superiori alla media nazionale, con la provincia aquilana in testa negativamente:  -2,25%.

Elevata, come detto, anche la perdita registrata dalle famiglie consumatrici, con 52 milioni di euro in meno, ma per gli acquisti diversi dall’acquisto di abitazioni  da parte delle famiglie consumatrici  si  è verificata una restrizione di 125 milioni di euro.

Nel trimestre nero del credito abruzzese, spicca dopo anni di protagonismo la caduta delle piccole banche: «Tra gennaio e marzo di quest’anno – illustra Ronci – il decremento percentuale è stato per la prima volta peggiore di quello medio italiano dal 2010. Si potrebbe ipotizzare che le vicende che interessano istituti oggetto di incorporazione da parte dei grandi gruppi nazionali abbiano già determinato un calo della sensibilità verso le esigenze della sofferente economia abruzzese».

Il confronto negativo tra credito abruzzese e nazionale si estende anche alle operazioni bancarie.  Sulle operazioni “a revoca”, ad esempio, il tasso praticato dal sistema bancario abruzzese è stato dell’8,62%, a fronte del 6,88% nazionale, con uno spread di 1,74 punti percentuali.

Luci ed ombre, al contrario, per quel che riguarda le cosiddette “sofferenze”, ovvero i crediti diventati inesigibili: nel primo trimestre del 2013 hanno registrato un incremento di 9 milioni di euro, con una crescita sì dello 0,34%, ma di gran lunga inferiore a quella media italiana (+ 3,46%). Tuttavia, sempre nello stesso periodo, il rapporto tra “sofferenze” e credito erogato è schizzato a quota 10,45%, a fronte del 7,68% nazionale: con una differenza di ben 2,77 punti percentuali in quanto la bassa crescita delle sofferenze non è riuscita a compensare il forte decremento del credito.

Salgono, infine, i depositi e il risparmio postale, che hanno registrato una crescita di 151 milioni di euro: in valore percentuale, i depositi abruzzesi hanno segnato una crescita dello 0,62%, valore molto inferiore all’incremento nazionale (3,59%).

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