Solo due gli argomenti che hanno infuocato il Consiglio comunale odierno, che ha visto molte decisioni rinviate alla prossima assise di ottobre. Il primo nodo è stato quello della querelle estiva e non solo tra Amministrazione comunale e Polizia Municipale. Dopo le note vicende sul turno notturno che hanno messo a rischio alcune manifestazioni estive e che solo l’intervento del prefetto Fulvio Rocco De Marinis è riuscito a dipanare, era stata l’opposizione a in calzare la maggioranza chiedendo con forza una Commissione di studio e d’indagine sulla contrattazione in modo da analizzare quanto accaduto e preparare una serie di consigli per evitarne il ripetersi. Se su questa linea d’onda si è registrata la convergenza di Fratelli d’Italia, Progetto per Vasto, PdL e Vasto Giovani, dall’altra si è registrata la ferma opposizione del sindaco Luciano Lapenna e del PD secondo il quale la funzione della Commissione potrebbe scavalcare le competenze di assessore e dirigente. Più inclini a un’apertura Domenico Molino e, soprattutto, Maurizio Vicoli che ha chiesto di dare mandato al presidente Forte di portare la discussione in conferenza dei capigruppo per stabilire eventuali criteri e ambiti della Commissione. Più critica la posizione assunta dal primo cittadino che da una parte ha ricordato come gli organici sono diventati insufficienti per la crescita della città e che, in base alla legge, la Polizia municipale annovera tra le sue competenze anche quella di forza di polizia, un qualcosa che doveva essere marginale e che invece sta assumendo sempre maggior rilievo di fatto cozzando con l’ammasso di burocrazia che da sempre contraddistingue la macchina amministrativa italiana “Spesso si chiede loro l’impossibile anche al di là delle loro competenze, noi stessi a volte chiediamo troppo”; dall’altra, però, ha lanciato fiondate a tutto tondo quando ha detto che è vero che vi è stato l’intervento del Prefetto, ma “il primo agosto la Giunta aveva già deliberato un chiaro indirizzo al dirigente per dare la priorità al servizio notturno”. E poi non ha risparmiato i suoi predecessori rei di aver commesso gravissimi errori nella gestione dei dettami della normativa regionale sulla Polizia municipale e di puntare il dito contro la sussistenza di due contratti integrativi, uno per impiegati e operai municipali e l’altro per i vigili urbani, per i quali si sta cercando una convergenza in un unico contratto per la stesura del quale è stato richiesto pareri al ministero della Funzione pubblica in merito ad alcune indennità che, secondo Lapenna e C., non sono più dovute agli agenti. Alla fine si è scelto di non decidere e su proposta di Sigismondi (FdI) la discussione è stata rimandata al prossimo Consiglio.
Secondo nodo quello dell’adesione della città di Vasto alla costituenda Riserva regionale di don Venanzio. Di fronte alla richiesta di una conferma di adesione avanzata dalla Regione Abruzzo si è aperto un dibattito tumultuoso infiammato dal consigliere Del Prete il quale ha più volte detto in Aula consiliare che, con il provvedimento in approvazione, si regalavano 25 ettari di terreno vastese, oltretutto di coltivazioni e nessuna valenza ambientale, al comune di Pollutri. Alla fine con 13 voti a favore la maggioranza ha approvato un documento che di fatto conferma l’adesione di Vasto alla Riserva e, secondo i dettami della normativa regionale, concede al Comune di Pollutri la gestione della Riserva “con l’intesa del Comune di Vasto”. Qualora l’atto non fosse stato formalizzato l’ente gestionale sarebbe stato la Provincia di Chieti. Il sindaco Lapenna ha più volte ribadito le proprie perplessità, anche con toni accesi, per l’ampliamento di una discussione che di fatto avrebbe dovuto riguardare soltanto la conferma dell’adesione e non altro.
Ritirati, invece, molti altri punti importanti a cominciare da quello inerente l’ampliamento delle edicole (a proposito non si doveva parlare di nessun dehors o regolamento su di essi) per finire sul vero punto cruciale all’Ordine del Giorno, ovvero l’approvazione del Piano Strategico della Macro-area Vasto San Salvo: un passaggio che non può passare inosservato se non altro per le implicazioni politiche che l’hanno interessato in queste settimane di acceso dibattito tra Amministrazioni vicine. Basti pensare alle pesanti accuse ribìversate sui pèrimi cittadini di Vasto e San Salvo dai loro omologhi di Cupello e Monteodoriso. Secondo indiscrezioni il Comune non sarebbe in possesso della documentazione complessiva del Piano (circa 200 pagine), ma esclusivamente di un sunto, il che, evidentemente, ha favorito un parziale stop alla procedura di approvazione. Il piano che dovrebbe sancire lo sviluppo della macro-area con investimenti di svariate centinaia di milioni di euro subisce un nuovo ritardo.
Luigi Spadaccini
(spadaccini.luigi@alice.it)