Dopo Massimo Desiati anche Rifondazione comunista affonda il dito nella piaga della Tares, il nuovo tributo voluto dal governo Monti peri coprire il 100% del costo del servizio sostenuto dai comuni per la raccolta e smaltimento dei rifiuti e i “servizi indivisibili” forniti dal Comune come illuminazione pubblica, manutenzione strade, polizia locale, aree verdi. “Questa disposizione è alla base del netto aggravio economico sui contribuenti. TARSU e TIA – scrive in una nota Maria Perrone Capano, Segretaria circolo PRC di Vasto “Sante Petrocelli” – coprivano mediamente il 79% dei costi, arrivando solo in rari casi a raggiungere picchi del 91% e i “servizi indivisibili” non venivano sostenuti con la TARSU e la TIA. In tempi di tagli delle risorse finanziarie trasferite agli Enti Locali sempre più drastici, il Governo Monti ha praticamente costretto i Comuni ha tartassare in maniera sempre più pesante i e le contribuenti.
La Cgia (Confederazione Generale Italiana dell’Artigianato) di Mestre ha calcolato che su un negozio di 70 mq, un commerciante pagherà 98 euro in più (quasi il 20% in più); un cittadino con una casa di circa 100 mq subirà un aumento di 73 euro (pari a circa il 30% in più). Un normale cittadino, con meno di 50 euro potrebbe fare una spesa completa. Ed invece quei 50 euro non gli basteranno per pagare gli aumenti dovuti alla Tares”.
“A livello locale scrive ancora la Capano – riteniamo assolutamente indispensabile che il Comune intervenga modulando le tariffe in modo che il peso della Tares non gravi sui cittadini meno abbienti e sugli esercenti. Non solo. Visto che il governo sta imponendo ai Comuni di fare gli aguzzini per suo conto contro i cittadini, imponendo questa tassa iniqua, riteniamo che il Comune di Vasto debba ribellarsi alla Tares, come hanno già fatto altri Comuni italiani”.
La posizione della Capano, se sposata dagli esponenti in Consiglio comunale, apre una nuova ferita nei rapporti tra il primo cittadino Luciano Lapenna e la maggioranza di centrosinistra e preannuncia altri giorni di poca tranquillità a Palazzo di Città.