Era fine settembre quando in Provincia si esultava per la nascita ufficiale della Fondazione Mario Negri Sud, con l’obiettivo di salvaguardare i lavoratori e le attività di ricerche farmacologiche e biomediche portate avanti dal Consorzio Mario Negri Sud di S. Maria Imbaro.
“Ora ha inizio la fase operativa – dichiarava Enrico Di Giuseppantonio – e nei primi giorni di ottobre è necessario convocare il Consiglio di Amministrazione della neonata Fondazione, compito del prof. Garattini. Si dovrà affrontare la definizione di un programma operativo che consenta il rilancio delle attività di ricerca, la salvaguardia del bilancio e la pianificazione di ogni altro profilo organizzativo utile a garantire una prosecuzione efficiente del centro di ricerche. Ci attendono decisioni importanti e su di noi fanno affidamento i lavoratori, in particolare i giovani ricercatori e i borsisti professionisti di eccellenza del settore che continueranno ad essere il punto di forza anche della Fondazione Mario Negri Sud”.
A distanza di quasi un mese, però, sorgono le prime perplessità sul futuro del centro di ricerca frentano. A sollevarle sono i capogruppo delle opposizione in Consiglio provinciale con un documento nel quale anticipano la richiesta di “urgente convocazione della commissione consiliare “Bilancio e Sviluppo Economico” alla presenza dell’intero C.d.A. allo scopo di comprendere e capire ogni aspetto relativo a programmi futuri, assetti gestionali e destino dei laboratori e dipendenti”.
Secondo i firmatari Camillo D’Amico (Pd), Nicola Tinari (Prc), Eliana Menna (IdV) e Giovanni Mariotti (Sel) “la “nuova” fondazione “Mario Negri Sud” di Santa Maria Imbaro è la mera continuazione della vecchia gestione che si trascina dietro vizi e problemi antichi.
A nulla parrebbero servite le forti ed unitarie raccomandazioni manifestate dall’intero Consiglio Provinciale per dare una chiara ed inequivocabile discontinuità gestionale alla Fondazione rispetto all’esperienza precedente del Consorzio”.
E poi sottolineano quelle che secondo loro sono le palesi difficoltà cui il centro di ricerca all’avanguardia Mario Negri Sud si appresta ad affrontare in piena antitesi con i presupposti di realizzazione della fondazione: “proroga della CIG, pericolo della perdita del posto di lavoro di circa 30 unità, nessuna idea chiara sui programmi futuri, salvaguardia di alcuni laboratori a dispetto di altri, nessuna certezza sull’entità del “contributo” regionale senza alcun impegno concreto per il futuro, alcuna certezza per il pagamento dei debiti pregressi che potrebbero facilmente scaricarsi, come garanzie per le banche creditrici, sull’immobile donato dalla provincia di Chieti.
Un avvio della Fondazione piena di lati oscuri e pochissimi barlumi di luce per il futuro.
Non abbiamo più voglia di perdere tempo nel fidarci di chi assume impegni e poi non li mantiene o non ha la forza di poterlo fare”.