Una lettera che presumibilmente procurerà qualche inimicizia interna all’assessore regionale alle Politiche agricole Mauro Febbo quella inviata al coordinatore e vicecoordinatore regionale del partito, rispettivamente l’onorevole Filippo Picone e l’onorevole Fabrizio Di Stefano, a seguito di notizie di stampa sulla situazione dei versamenti effettuati dagli eletti del Pdl nelle casse del partito che hanno fatto scoprire a Febbo di essere “uno dei pochi a versare la quota contributiva al Popolo delle Libertà”.
Secondo quanto rilevato dallo stesso Febbo, all’appello mancherebbero “molti amici tra assessori, consiglieri regionali e deputati abruzzesi”, un evidente segno “di poca coerenza e correttezza personale nei confronti sia del Pdl sia dei colleghi adempienti e rispettosi delle regole interne. Non credo che all’interno di un movimento politico ci siano le distinzioni tra i furbetti e altri: o paghiamo tutti o non paga nessuno, sennò quei soldi me li sarei risparmiati anche io”. Una situazione che “poi diventa ancora più insopportabile quando registro nel contempo un comportamento poco consono o poco appropriato al ruolo, proprio da chi non è in regola con il versamento del contributo. Questo lo dico sia da cittadino sia da politico attento alle esigenze dei miei elettori”.
Il riferimento, nemmeno tanto velato, è per “l’onorevole ‘leale’ che ha regalato al Pdl pagine intere sia di cronaca locale sia di quella nazionale per non aver saldato il proprio conto in alcune eleganti boutique”. Febbo ce l’ha evidentemente con la senatrice Paola Pelino, balzata agli “onori della cronaca” per la vicenda ricordata dallo stesso Febbo, poi risolta pacificamente con un accordo tra le parti. Un altro riferimento è alle “imbarazzanti dichiarazioni dell’altro ‘fedele e leale senatore’ eletto in Abruzzo che quotidianamente vediamo in trasmissioni satiriche nazionali”. In questo caso l’interpretazione si fa più difficoltosa e, per non far torto a nessuno, evitiamo di tirare a indovinare. Ma Febbo ne ha per tutti: “In Regione, poi, mi riferisco a qualche collega assessore, già uscito dal Pdl due volte, ma sempre pronto a rientrare e restare in maggioranza pur di mantenere e tenersi ben stretta la importante e ambita poltrona; per non parlare, infine, di altri consiglieri e assessori sempre del Governo regionale che, nonostante eletti grazie al listino, si permettono di vestire spesso i panni di ‘contestatore del momento’. Tutti questi sono atteggiamenti poco consoni al ruolo ricoperto e che fanno solo balzare il Popolo delle Libertà sulle cronache locali e nazionali a discapito del molto lavoro che viene fatto e concretizzato sia in Regione sia al Governo centrale. Tutte personalità rispettabilissime dalle quali però mi aspetto, e non credo di essere il solo, anche il rispetto delle regole basilari”.
Alla luce di questa e altre considerazioni che certamente non faranno piacere a molti colleghi di partito di Febbo, lo stesso assessore quindi ha chiesto ai coordinatori di “indire un incontro di maggioranza dove innanzitutto si verifichi le notizie di stampa riportate e, se veritiere, portare a conoscenza tutto il Coordinamento regionale di coloro che dal 2009 al 2012 sono ancora inadempienti con il contributo mensile stabilito in 500 euro per i consiglieri regionali e in 800 euro per i deputati”.
Nella speranza che il vertice non si trasformi in un “sanguinoso” rendez-vous su evidenti “mal di pancia” che esulano dalla stretta questione del versamento delle quote.
n.l.