È ancora una volta Davide D’alessandro, consigliere indipendente nell’Aula Vennitti, a dare alle stampe una profonda riflessione sul ruolo del consigliere comunale che il buon Davide definisce inutile. E lo fa partendo dall’impasse che ha coinvolto il recupero dell’asilo Carlo Della Penna, un progetto incluso sia nel piano triennale delle opere pubbliche dell’Amministrazione comunale che nel Piano strategico della macro-area Vasto San Salvo dove figura come polo per l’infanzia.
“Il 28 ottobre – scrive D’Alessandro – non segna soltanto la ricorrenza della Marcia su Roma, ma anche l’approvazione all’unanimità, due anni fa, da parte del Consiglio Comunale di Vasto, di una Mozione che impegnava Sindaco e Giunta a intervenire prontamente per restituire all’ex Asilo Carlo Della Penna, un edificio così glorioso, il decoro che merita. Dopo due anni nessuna erba è stata falciata, nessun intervento è stato fatto, nessun progetto è stato avviato. È stato più facile e veloce prolungare a un privato l’affitto di un parcheggio multipiano da 30 a 45 anni, a mille euro al mese, che non ripulire una struttura dove l’Ente potrebbe destinarci diverse attività e farla dunque rivivere.
A questo punto occorre avviare una riflessione anche sul ruolo del consigliere comunale. Serve ancora? A che cosa? Se in due anni i consiglieri di minoranza hanno fatto approvare, spesso all’unanimità, mozioni di estremo interesse, sui più svariati temi che stanno a cuore ai cittadini e mai nessuno ha trovato realizzazione da parte dell’Amministrazione Lapenna, serve ancora svolgere tale funzione?
Vi è una responsabilità assunta, il giorno del voto, nei confronti dell’elettore. Che non era semplicemente quella di alzare la mano in segno di approvazione o di urlare per opporsi in segno di contrarietà. La responsabilità era ed è quella di provare a fare qualcosa per Vasto. Interroghiamo, presentiamo mozioni, ma tutto resta lettera morta. Sembra un teatrino dove ognuno recita la propria piccola parte, mentre i destini, personali e generali, vengono decisi altrove.
Poi si fanno i convegni e ci si chiede: perché la fiducia dei cittadini nei confronti dei politici è al 4%? Risposta: è ancora fin troppo alta, anche se i politici non sono tutti uguali, anche se un’altra politica è sempre possibile”.