Forse lo facevano per risparmiare qualche euro. Quale sia stato il motivo, secondo l’accusa, usavano i telefoni della Asl per chiamate personali. Scoperti, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria dall’Azienda Sanitaria che si è pure costituita parte civile. E così, il tribunale collegiale ha condannato a cinque mesi di reclusione Nicola D’Orsogna, centralinista, 48 anni di Lanciano, e l’infermiera Monia Iachini, 42 anni di San Vito. La parte civile è stata risarcita dell’ammontare esatto delle telefonate pari a euro 343 per il centralinista, e 62 euro per l’infermiera.
Il pubblico ministero aveva chiesto per entrambi gli imputati anni due di reclusione. Seconda l’accusa, Nicola D’Orsogna, centralinista, avrebbe effettuato telefonate del tutto private al cellulare della figlia, ai telefoni con autoricarica della moglie e suo personale. Mentre Monia Iachini, l’infermiera, per potersi auto-ricaricare, si sarebbe fatta chiamare dagli apparecchi del centralino. In una occasione il suo telefonino rimase collegato per ben cinque ore. Da qui la denuncia dell’Azienda Sanitaria e la condanna in primo grado a cinque mesi di reclusione con l’obbligo di risarcimento danni.