Interviene anche l’associazione Codici, attraverso il responsabile locale Riccardo Alinovi, sulla vicenda Aqualand, dopo che il consigliere comunale Nicola Del Prete aveva diramato una nota attraverso la quale aveva denunciato il ritardo nei pagamenti dei canoni annuali dovuti al Comune da parte del gestore: “Ha fatto bene il consigliere comunale Del Prete a porre la politica al cospetto delle sue gravi responsabilità” ha sottolineato Alinovi. “Com’è possibile che il gestore di Aqualand continui a svolgere la propria attività senza pagare i canoni di affitto dovuti al Comune, quando a noi, poveri cittadini, basta una piccola morosità sulle bollette di gas o energia elettrica ed immediatamente ci tagliano il servizio?”.
Al sindaco Lapenna, poi, in qualità di responsabile dell’associazione in difesa dei diritti dei cittadini, Alinovi chiede “un intervento immediato per evitare che si dica che l’amministrazione comunale non ha fatto nulla per far valere i suoi diritti”. Alinovi, però, si spinge oltre e chiede maggiore trasparenza sull’attività gestionale di una struttura la cui proprietà è pubblica: “Noi sappiamo che Aqualand ha ricevuto finanziamenti, ma non sappiamo che tipo di progetti abbia mai presentato, non sappiamo se e come ha preso soldi e come li ha investiti, visto il parco ormai obsoleto rispetto ad altri parchi italiani. Sappiamo solo, e lo ricordo da ex vice Presidente del Consiglio comunale, che il sig. De Nardellis, firmatario della convezione, avrebbe dovuto realizzare un campo da calcio ma non lo ha ancora fatto. Possibile che il sindaco e la giunta stiano ancora con le mani in mano? Ed è mai possibile che tutti quelli che affittano immobili e beni comunali li paghino così poco da essere fuori mercato con i prezzi d’affitto? Qualche responsabilità deve essere pur individuata dagli organi giudiziari o della giustizia contabile, altrimenti questo andazzo non cesserà mai ed il Comune non riuscirà a rendere produttivi i suoi beni sgravando di tasse i cittadini. È il momento di dire basta a questo modo di fare politica – rimarca Alinovi – è il momento di smetterla di spremere i cittadini a beneficio dei più furbi”.
In conclusione la richiesta di “una commissione d’inchiesta” e l’annuncio della presentazione di “un dossier sulla vicenda alla direzione investigativa antimafia e alla corte dei conti”.