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La Corte dei Conti boccia la soppressione delle Province

NUOVE PROVINCE ABRUZZESIEntro la fine di novembre il provvedimento sull’abolizione delle Province dovrebbe arrivare in aula a Montecitorio per consentire così di avere il tempo di evitare il rinnovo di alcuni Consigli provinciali. Questo l’auspicio del ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio, per il quale l’abolizione degli anti produrrà risparmi già nel 2014.

Dello stesso avviso, però, non è la Corte dei Conti che ha sonoramente bocciato il disegno di legge Delrio e la proposta di riforma delle Province. Secondo la Corte le possibilità che vi sia un reale risparmio dalla soppressione degli enti provinciali sarebbero bassa mentre ci sarebbe il rischio di confusione amministrativa nel periodo di transizione. Infatti, la Sezione della Autonomie  ha posto il dubbio che la predicata transitorietà possa dilatarsi eccessivamente o addirittura radicarsi in attesa di una concreta definizione degli assetti funzionali e patrimoniali (che il decreto non contiene) con tutte le conseguenze del caso.

Il testo di 24 pagine che sancisce la bocciatura è stato presentato alla Commissione Affari Istituzionali nel corso dell’audizione del 6 novembre: nel documento la Corte cita anche le recenti sentenze del Tar a favore di quelle Province, come quella di Teramo, che hanno fatto ricorso contro la spendig review.

A viale Mazzini, dunque, si sono allineati proprio con uno dei ricorrenti, ovvero Valter Catarra che in tutto questo tempo ha sempre sottolineato come “la soppressione o il riordino delle Province non produce risparmi, non riduce i privilegi di casta e così concepita darà luogo ad un lungo periodo di caos per i cittadini. Il decreto Delrio sostiene che il passaggio di funzioni da Province ad altri enti non ha un impatto economico sulle casse dello Stato. In realtà, dice la Corte dei conti, tale assunto appare tutto da dimostrare nella sua piena sostenibilità. Il trasferimento delle funzioni, del patrimonio e del personale delle Province, nel disegno di legge, si presenta, come un meccanismo complesso suscettibile di alimentare costi e creare contenziosi.”

 

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