“Spero che questo mio gesto non sia considerato una goccia nel mare, ma sia d’esempio per quanti subiscono cose simili. Dobbiamo pretendere che chi ci amministra lavori bene e nel rispetto delle regole”: sono queste le uniche parole pronunciate da Andrea Mascitti, il grande accusatore dalla cui denuncia è scaturita l’operazione che ha portato agli arresti l’assessore regionale Luigi de Fanis e altre tre persone. L’imprenditore si è poi arroccato dietro l’impossibilità di rilasciare dichiarazioni in merito alla vicenda dal momento che ci sono le indagini in corso.
Quella di De Fanis è l’ennesima tegola caduta in capo alla Giunta disegnata da Gianni Chiodi nel corso del suo mandato. Come dimenticare l’inchiesta “Re Mida”, per la quale finì ai domiciliari l’allora alla Sanità, Lanfranco Venturoni, ai domiciliari, o a quella che investì il gruppo Stati e coinvolse Daniela Stati. Fu proprio per sostituire i due che entrarono in Giunta Gianfranco Giuliante e Luigi De Fanis, oggi accusato di un giro di tangenti.
Ed è il mondo della politica il primo a rilasciare dichiarazioni sull’accaduto, a cominciare dal governatore: “la notizia degli arresti e le accuse formulate sono molto gravi. Nelle prossime ore credo ne sapremo di più e valuteremo il da farsi”.
E proprio al numero uno della Regione Abruzzo è diretto l’affondo del presidente della Commissione di Vigilanza e Garanzia del Consiglio provinciale dell’Aquila, Lucia Pandolfi, che ne chiede addirittura le dimissioni “Un fatto gravissimo. Gianni Chiodi deve dare immediatamente le dimissioni. Questa volta si è occato il fondo”.
Ed anche il Partito Democratico, attraverso le parole del suo segretario regionale, Silvio Paolucci, non perde l’occasione per alzare la propria voce “Sul piano umano siamo dispiaciuti – ha detto Paolucci – per la vicenda che ha coinvolto l’assessore De Fanis, e ci auguriamo possa spiegare fatti e circostanze; sul piano politico, però, non possiamo che evidenziare che la cultura abruzzese è precipitata nel baratro e non da oggi”.
Per Camillo D’Alessandro, capogruppo del PD all’Emiciclo “Chiodi deve dirci se ha revocato l’incarico a De Fanis e se sì chi intende nominare al suo posto. Io gli propongo di pregare Dacia Maraini di essere il nuovo assessore regionale alla cultura in Abruzzo”, e poi ha aggiunto: “Sono arrabbiato per come sia stata maltrattata la cultura in Abruzzo a partire dallo scandalo dell’abbandono della biblioteca De Meis a Chieti”.
Anche dal PdL sono giunti i primi commenti. Nazario Pagano, presidente del Consiglio regionale ha subito evidenziato la sua incredulità dinanzi all’accaduto: “È ovvio che è una brutta pagina per la Regione Abruzzo e proprio per questo mi auguro che De Fanis possa dimostrare la propria estraneità ai fatti che gli sono stati contestati”
«Non ho i dettagli ma conoscendo De Fanis stento a pensare che possa aver preso soldi per sé”, questo il commento, invece del capogruppo del Pdl in Consiglio regionale, Lanfranco Venturoni.