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Allarme usura, in Abruzzo a rischio una famiglia su cinque

convegno-codici-usura - 2Crisi economica, accesso al credito “murato” e mala gestione dei bilanci famigliari e aziendali. Questi i tre fattori che precipitano le famiglie e le piccole e medie imprese nell’anticamera dell’usura, secondo quanto emerso nel convegno di ieri sera organizzato dall’associazione Codici, con il patrocinio del Comune di Vasto, dal tema: “Prevenire e combattere il fenomeno dell’usura e del racket – l’uso consapevole del denaro”.
Introdotti e moderati da Riccardo Alinovi, responsabile vastese di Codici, si sono succeduti il saluto del sindaco Luciano Lapenna e gli interventi dei qualificati ospiti: il vice prefetto, la dottoressa Domenica Calabrese, il segretario regionale di Codici, Giovanni D’Andrea, e quello provinciale Domenico Pettinari, e Nicola Trifuoggi, già Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Pescara.
Dopo i saluti del sindaco Lapenna – il quale ha sottolineato che in una realtà fatta di tante piccole e medie imprese come quella vastese il pericolo usura è sempre in agguato, ma la città registra un “saldo attivo” nel rapporto tra aziende che nascono e quelle che chiudono che fan ben sperare – l’intervento pungente del segretario regionale di Codici, Giovanni D’Andrea, il quale ha rimarcato con forza che “se vogliamo uscire dalla crisi economica, politica, culturale e morale che stiamo attraversando, occorre una profonda rivoluzione che parta dalle stesse istituzioni”.
È poi toccato al segretario provinciale Domenico Pettinare tracciare il quadro della situazione nel nostro territorio: “La condizione di sovra indebitamento è l’anticamera dell’usura e in Abruzzo una famiglia su cinque si trova in questa condizione o comunque abbastanza vicina. Una condizione certamente dovuta anche alla crisi, ma non solo: spesso il sovra indebitamento è dovuto anche a una mala gestione dei bilanci famigliari, per questo tra le nostre attività c’è anche quella del favorire un uso più consapevole del denaro”.
Quindi Pettinari ha ceduto la parola al dottor Trifuoggi, non prima di averne sottolineato le caratura professionale: “La collettività abruzzese deve molto al dottor Trifuoggi; egli sicuramente dirà che non ha fatto altro che il proprio dovere, ma in un momento in cui sono ormai pochi quelli che lo fanno davvero, è doveroso un ringraziamento particolare”.
Anche il quadro rappresentato da Trifuoggi è risultato tutt’altro che roseo: “Secondo i dati del Cnel (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), l’Abruzzo è al sesto posto della classifica delle regioni con maggior indebitamento, dietro solo a Campania, Veneto, Valle d’Aosta, Sicilia e Piemonte. Lo stesso Cnel ci dice addirittura che Pescara è la città più gravata dall’usura, anche se sono dati da prendere con le pinze; infatti gli stessi dati non sono fondati sulle denunce presentate – anche perché solo una piccola parte delle vittime dell’usura denuncia – ma su una serie di indici quali i conti in rosso e le finanziarie; indici che non possono certo dare la misura esatta della situazione, ma certamente delineano un quadro che non può lasciare troppo tranquilli”.

n.l.

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