È un intervento destinato a far discutere nel bene e nel male, e in alcuni passaggi persino condivisibile, quello tenuto ieri a Pescara da Sergio Morandi, A.D. della Medoilgas Italia S.p.A., alla convention di Confindustria Abruzzo, da sempre favorevole alla realizzazione dell’impianto di estrazione e desolforazione del greggio dinanzi le coste abruzzesi. Il numero uno dell’azienda gas-petrolifera, di fatto a suo agio come se fosse a casa propria, ha pronunciato uno sfogo a tutto tondo dinanzi al mondo imprenditoriale regionale, ma, soprattutto al ministro per lo Sviluppo economico Flavio Zanonato e al presidente della Regione Gianni Chiodi.
Morandi ha definito le battaglie ambientaliste come “un’anomalia fondamentale”, in quanto “l’ambiente viene spesso usato per contrapporsi all’economia, agli investimenti e allo sviluppo” e poi ha difeso il progetto della Medoil affermando che ”In Italia c’è una situazione per cui ogni progetto viene contestato” ed il progetto Ombrina Mare, al centro di molte iniziative di opposizione alla sua realizzazione, ha ”solo il difetto di essere uno dei progetti più maturi”. Proprio l’AD della Medoil aveva più volte sottolineato la regolarità delle procedure portate avanti dalla sua società e la sicurezza di quel progetto che secondo molti minerebbe la salubrità dell’intero Adriatico centro meridionale.
Ed allora non poteva mancare un attacco diretto al sistema impresa-politica italiano e alla su aincerta eccessiva burocratizzazione “le aziende – ha detto ad alta voce Morandi – chiedono cose molto semplici: regole chiare, procedure chiare e tempi certi. Il problema dell’Italia è che le regole vengono a svilupparsi all’interno di procedure che non sono poi così chiare. Soprattutto non c’è il rispetto di tempi industriali per arrivare al completamento di queste procedure’