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Natale durissimo, giù anche le tredicesime

portafoglio-vuotoCome se la crisi non fosse già bastata, 6 anni di PIL negativo non si erano mai visti nella storia italiana, tocca fare i conti anche con il robusto alleggerimento delle tredicesime. A lanciare l’allarme sono le associazioni di consumatori Adusbef e Federconsumatori secondo le quali  sarà di ben 300milioni euro la parte erosa dagli aumenti iniziati a gennaio 2013 per tariffe autostradali, benzina, bolli, tasse, tarsu, ed Imu riciclate nella Trise. Le associazioni segnalano come vi sarà un calo del -1% per i pensionati, -1,1% per i dipendenti pubblici e -0,6% per i dipendenti privati (agricoltura, industria e terziario).

Il Natale sarà, dunque, durissimo anche perché vi saranno da saldare le consuete scadenze fiscali quali tasse, bolli, rate e canoni, che durante il mese di dicembre i contribuenti sono chiamati a versare.

Il tutto porta a mangiare oltre il 90% della tredicesima: dei 34,2 mld di euro di tredicesime che verranno pagate quest’anno, soltanto 3,1 miliardi di euro, resteranno nelle tasche di lavoratori e pensionati, con la pesante conseguenza di un calo vistosissimo per i consumi natalizi che segneranno un -11,2%.

Ed allora Adusbef e Federconsumatori azzardano un invito al Governo Letta perché torni sui suoi passi ”ripristinando l’Iva al 21%, la ‘tassa sui poveri’ che colpisce indistintamente tutti i consumatori, gravando in particolare sulle più basse fasce di reddito aggravando così la recessione con un aumento dell’inflazione ed un calo dei consumi, varando un urgente contestuale decreto per una tassa sui patrimoni oltre 1,5 mln di euro”.

Il quadro diseganto dai due sodalizi dei consumatori lascia presagire pesanti ripercussioni sul futuro delle attività commerciali già alle prese con la morsa della crisi più nera dall’inizio del novecento, probabilmente. E il rischio desertificazione dei centri storici potrebbe diventare una triste realtà. Da più parti si chiedono interventi radicali in direzione di una maggiore equità sociale, ma non c’è più sordo di chi non vuol sentire.

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