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Lavoro, in Provincia situazione di forte crisi. Centinaia di posti a rischio.

Honda_AtessaSono mesi, anzi anni, che parliamo di questa crisi che sta sempre più assottigliando le disponibilità occupazionali nel Paese ed anche nella Provincia di Chieti dove esistono sacche, coincidenti con le zone industriali, nelel quali soprattutto la pesante contrazione delle vendite di auto e motoveicoli sta facendo sentire la propria morsa soffocante. Gianni Chiodi, in questi mesi ha sempre definito l’attuale crisi come una crisi industriale dovuta a pressione fiscale troppo elevata, a tasse sul lavoro eccessive, a perdita di competitività delle nostre industrie anche rispetto a Paesi come la Svezia da sempre additata come Stato in cui le tasse sono altissime.

La comprensione di quel che sta accadendo nella nostra provincia è ben fotografata da un comunicato diramato dal Segretario provinciale Fiom Cgil Chieti, Mario Codagnone, che,  a prescindere da considerazioni di parte che possono essere o  meno condivise, mette bene in risalto quali sono le criticità allo stato attuale delle cose e per questo lo riportiamo integralemente:

“La crisi del sistema produttivo italiano è di eccezionale gravità. Invertire questa tendenza è la priorità per mantenere il Paese competitivo e salvare l’occupazione.

L’Italia deve rimanere un grande Paese manifatturiero e deve dotarsi di una nuova idea di sviluppo e di crescita fondata sulla sostenibilità ambientale e la green economy, sulla coesione sociale a partire dal superamento del divario territoriale tra nord e sud del Paese. La ricerca e l’innovazione devono costituire il motore di questo processo di cambiamento.

La fase di emergenza va affrontata, inoltre, aprendo un grande ciclo di investimenti in tecnologie e innovazione di prodotto e di processo, da incentivare in forma strutturale, in linea con gli obiettivi in tema di programmazione dei fondi europei. Tra le priorità di tali interventi rientra il sostegno ai settori manifatturieri, ad alta intensità occupazionale e ad alto valore aggiunto, per attivare in particolare politiche mirate all’internazionalizzazione e alle esportazioni, al fine di ridurre i processi di delocalizzazione verso i Paesi a basso costo del lavoro.

La battaglia per il lavoro, il salario, i diritti deve rimanere al centro dell’iniziativa del Sindacato anche nella nostra Provincia, dove la situazione produttiva ed occupazionale presenta situazioni di forte crisi, di licenziamenti e di chiusure di aziende.

Penso alla situazione di crisi della Sider Vasto, dove sono quindici mesi che non si lavora, non si trova ancora una soluzione industriale di rilancio e c’è il rischio che 54 persone rimangano senza lavoro; sembra esserci un acquirente dello stesso settore fortemente interessato. E’ necessario che la Proprietà della Sider trovi una soluzione seria come quella trovata per l’acciaieria di Rubiera. Bisogna fare in fretta, gli ammortizzatori sociali stanno per finire.

Penso al fallimento della Società Valsinello di Gissi con 76 lavoratori finiti in mobilità, al blocco della Valteck con altri 15 lavoratori fermi, che al momento non hanno nessun ammortizzatore sociale; in entrambe  ci sono tecnologie e professionalità da recuperare ad un discorso produttivo.

Penso alla chiusura della ditta ACS della Valdisangro che produceva spugne per i sedili del Ducato Sevel e che solo una Direzione aziendale miope e arrogante ha potuto compiere, non rispettando la lotta e i sacrifici di 23 lavoratrici e lavoratori.

Penso alla forte riorganizzazione della Honda Italia di Atessa, dalla quale, a causa della forte crisi delle vendite dei motocicli in Italia ed in Europa, sono usciti circa 300 lavoratori ed altri centinaia di posti di lavoro si sono persi nell’indotto. In questi mesi vi sono stati pesanti sacrifici dei lavoratori. L’accordo sottoscritto al MISE dovrà permettere entro il 2016 il risanamento e il rilancio produttivo ed occupazionale; se questo accadrà la Honda rimarrà realmente una risorsa per il territorio e per l’indotto ora in forte sofferenza. Servono più commesse alla Honda e più lavoro di fornitura da fare in zona per l’indotto che per resistere dovrà cercare anche di diversificare le proprie commesse.

Tante altre sono le situazioni di sofferenza nella nostra Provincia che richiedono un impegno forte di lotta e di solidarietà a difesa dell’occupazione e politiche attive per salvaguardare e creare nuovo lavoro, per dare un futuro ai giovani!”.

Codagnone annuncia anche che “lunedì 2 dicembre il Direttivo Provinciale della FIOM CGIL di Chieti affronterà nella riunione questi e altri temi e lancerà la settimana di mobilitazione promossa dalla FIOM Nazionale.

Questa iniziativa si concluderà a Roma l’11 e 12 dicembre  con una manifestazione davanti a Palazzo Chigi, per riunificare le lotte in corso in tutto il settore metalmeccanico per la difesa del lavoro, per bloccare i licenziamenti, per una nuova politica industriale e di investimenti anche attraverso l’intervento pubblico nel nostro Paese, contro le privatizzazioni e i piani di cessione, per il rifinanziamento e l’estensione degli ammortizzatori sociali e dei contratti di solidarietà”.

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