Tra i numerosi provvedimenti previsti dalla Legge di Stabilità licenziata dal Senato ed ora in discussione alla Camera vi è anche la modifica sostanziale ai contratti di solidarietà che vengono sempre più utilizzati come ammortizzatori sociali per rispondere alla crisi contingente cui sembra ormai palese l’incapacità o la nolontà di chi amministra il Paese di voler trovare soluzioni adeguate.
Sulla questione che vedrebbe il ridimensionamento dell’integrazione salariale statale dall’80% al 60& è intervenuto il numero uno della Pilkington Graziano Marcovecchio con una lettera aperta ai parlamentari abruzzesi e al presidente della Regione Abruzzo con l’invito ad adoperarsi per scongiurare una tale evenienza che porterebbe a un’ulteriore contrazione dei consumi.
Ecco il testo del documento:
“Nonostante i numerosi emendamenti proposti da tutte le Organizzazioni Sindacali Nazionali presentati al Senato sulla Legge di Stabilità 2014, il documento è stato licenziato, da tale ramo del Parlamento, senza accogliere alcunché delle richieste per un mantenimento dell’integrazione salariale dei Contratti di Solidarietà Difensiva sulla percentuale dell’ 80% applicata per l’anno 2013, vedendosi così la norma ritornare all’ormai prospettato 60% stabilito dalla legge generale che riguarda queste tipologie di contratto.
Non sto qui a ricordare, perché a tutti nota, l’importanza dei Contratti di Solidarietà, in corso di utilizzo in numerose aziende abruzzesi, vissuti come importante strumento di gestione dell’attuale crisi industriale e produttiva in cui versano tante aziende piccole, medie o grandi che siano, del nostro territorio. E’ da tutti riconosciuto, oggi, essere questo un valido processo che consente di difendersi (come dal nome Difensivo) dalle difficili condizioni economiche di tutti i mercati, evitando rilevanti uscite dal mondo del lavoro di forte impatto sociale, nonché di ripartire (come dal nome Solidarietà), su tutti i dipendenti, i sacrifici di lavorare anche meno ma cercando di lavorare tutti.
La paventata mancata riconferma del rifinanziamento all’80% dell’integrazione salariale già licenziata dal Senato, e da questa settimana in approvazione alla Camera dei Deputati, comporterebbe sacrifici doppi rispetto alla perdita di retribuzione reale, aggravando ancor più, come scontata conseguenza, i livelli di reddito dei lavoratori e, a cascata, la capacità di consumo degli stessi, cosa mai così importante come adesso per ricreare il circolo virtuoso della crescita.
Anche le aziende, pur non costituendo tale aggravio un danno diretto alle stesse, troveranno più difficoltà a gestire le eccedenze di manodopera. Lo sforzo continuo che stiamo facendo è quello di utilizzare il meno possibile il ricorso a questi ammortizzatori sociali, ed in parte ci stiamo riuscendo con lo sforzo di tutti e con qualche ancora troppo piccola mano dal mercato, ma sono ancora validi laddove e quando servono, e continuano ad essere uno dei pochi vantaggi competitivi, se non l’unico, che abbiamo verso gli altri Paesi Europei dove le eccedenze di manodopera trovano solo la via di uscite dall’azienda senza avere il tempo di poter aspettare e magari trovare soluzioni, o quantomeno provare a trovarle.
Pertanto, rivolgo un invito forte ai Parlamentari della Regione, al Presidente della Regione e a tutte le Istituzioni di adoperarsi nelle dovute sedi, ciascuno per le proprie competenze, per cercare di recuperare i mancati accoglimenti degli emendamenti in questione che prontamente le Segreterie Nazionali di tutte le Organizzazioni Sindacali hanno ripresentato per i passaggi parlamentari che adesso toccano alla Camera dei Deputati e di cui riporto estratto riguardante il punto in questione:
’’…… non è stato previsto il finanziamento dell’elevazione dell’integrazione dal 60% all’80% per i contratti di solidarietà di cui alla Legge n.863/1994; tale integrazione era stata prevista dal comma 6 articolo 1 del decreto legge n.78/2009, convertito con legge n.102/2009, e necessita annualmente del rifinanziamento….’’.
Tutti sappiamo e non certo tacciamo ai nostri Onorevoli Parlamentari di essere consapevoli che esistono vincoli di Bilancio dello Stato di cui tenere conto ma vogliamo convincerVi che, nella scala delle priorità, necessità come queste rappresentano una delle più importanti. Un anno fa quest’appello andò a buon fine e non certo per merito di chi scrive, ma solo grazie all’impegno di tutti, soprattutto nel cogliere e capire l’importanza che rivestono problematiche come queste: l’augurio è che sia ancora così, anche questa volta”.