Sette giorni fa l’assessore alle Politiche agricole della Regione Abruzzo annunciava pomposamente l’avvenuta ufficializzazione della perimetrazione del Parco della Costa teatina” Oggi – diceva il 30 novembre – si è concluso un iter atteso da dodici anni dove viene consegnato per la prima volta una perimetrazione seria, concreta, reale e fattiva. Quindi adesso non vi sono più alibi. Il sottoscritto unitamente al Governo regionale sono pronti a portare a termine questo lavoro e concludere, nel più tempo possibile, la costituzione del Parco”.
Due giorni dopo era il PD provinciale a fargli eco: “L’annuncio ufficiale che la regione Abruzzo – scriveva Camillo D’Amico – abbia formulato al Ministero dell’Ambiente una proposta di perimetrazione del sempre “costituendo” parco nazionale della costa Teatina è una notizia decisamente positiva”
Oggi, invece, è Lino Salvatorelli, rappresentante della Costituente “Vogliamo il Parco”, rete di associazioni, cittadini, amministratori, agricoltori, sindacati, cantine, operatori turistici nata per affiancare e accelerare il processo istitutivo dell’importante area protetta abruzzese scrive ai giornali per denunciare come “A poche settimane dalla fine dell’anno si torna a parlare della perimetrazione del Parco Nazionale della Costa Teatina in termini dilatori, con un inaccettabile passo indietro che vorrebbe riaprire l’ennesima fase di consultazione, con un tira e molla finalizzato esclusivamente a perdere tempo”.
Quindi, secondo quanto afferma la Costituente si starebbe pensando di ritardare ulteriormente l’istituzione del Parco nonostante che “La legge quadro sulle aree protette (legge n° 394 del 6/12/1991, aggiornata col D.L. 262/2006) all’Art. 8,(Istituzione delle aree naturali protette nazionali, comma 1), precisa: “I parchi nazionali (…) sono istituiti e delimitati in via definitiva con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell’ambiente, sentita la Regione”. L’iter è stato ben più democratico con il coinvolgimento consultivo anche dei comuni interessati, ma ora è concluso e non si può tornare sempre indietro”.
Salvatorelli chiama in causa direttamente il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando il quale “nell’incontro in Prefettura con i Comuni e con l’assessore regionale Febbo, che da mesi si dichiara ufficialmente favorevole al Parco, aveva posto quella del 31 dicembre 2013 come data ultima, oltre la quale c’è spazio solo per un commissario ad acta, scelto tra gli uomini del Ministero, che in pochi mesi possa tracciare quella linea di confine che la Regione e i Comuni finora non sono stati capaci di definire. Nessun’altra soluzione è praticabile, meno che mai quella dell’ennesima proroga”.
“Il Ministro Orlando – dichiara ancora il coordinatore della Costituente – mantenga l’impegno assunto pubblicamente in più occasioni e definisca entro l’anno in corso il perimetro. L’unica alternativa sarebbe il commissariamento, ma ci auguriamo che la Regione e i Comuni si impegnino concretamente perché non vi si arrivi”. Sono trascorsi anni, sei mesi dall’ennesima proroga. Sarebbe ridicolo dire che il tempo non è bastato, soprattutto ora che siamo alla vigilia delle elezioni amministrative quando sarà restituita la parola ai cittadini e potranno valutare chi tra i politici agisce per sostenere il loro futuro e chi invece difende interessi di parte e speculativi. Interessi i cui danni a breve e lungo termine sono stati purtroppo ben evidenziati anche dai recenti drammatici eventi meteorologici”.